In Basilicata Bardi punta al bis, Marrese e Follia rincorrono – askanews.it

In Basilicata Bardi punta al bis, Marrese e Follia rincorrono

  Alle urne oltre 541mila elettori. Si vota domani e lunedì fino alle 15
Apr 20, 2024
 

Potenza, 20 apr. (askanews) – (dall’inviato Benedetto Lattanzi). Domani e lunedì la Basilicata va alle urne per eleggere il nuovo governatore e venti consiglieri regionali. Gli oltre 541mila elettori lucani sono chiamati a scegliere uno dei tre candidati alla presidenza della regione: Vito Bardi, governatore uscente, sostenuto da un inedito campo largo tra il centrodestra e Azione, Piero Marrese, espressione del centrosinistra e del MoVimento5s ed Eustachio Follia di Volt. Gli ultimi sondaggi pubblicabili vedevano Bardi, che nel 2019 ha portato per la prima volta il centrodestra alla guida della regione lucana, nettamente favorito nella corsa a succedere a se stesso. L’ex vicecomandante generale della Guardia di Finanza può contare sull’appoggio di tutta la maggioranza di governo nazionale, di Azione e di diverse liste civiche, tra cui Orgoglio lucano, sostenuta da Italia viva. Una prima elettorale assoluta di alleanza fra le forze di maggioranza del centrodestra e quelle di opposizione di Centro. Ieri sera, tutti i leader nazionale del centrodestra – Tajani, Salvini, Lupi, Cesa – a cominciare dalla premier Meloni, sono arrivati a Potenza per chiudere la campagna elettorale di Bardi. Appena un mese fa, la presidente del Consiglio era scesa nel capoluogo lucano per firmare l’accordo di sviluppo e coesione tra governo e regione, lasciando in dote circa un miliardo di euro in investimenti.

Se per il centrodestra la decisione di ricandidare Bardi ha trovato un consenso generale, soprattutto dopo la débacle alle regionali in Sardegna, il centrosinistra ha faticato non poco nell’individuare un candidato unitario. Il primo a scendere in campo, in ordine di tempo, è stato Angelo Chiorazzo, di Basilicata Casa Comune, che di fronte a un immobilismo improduttivo, nella prima decade di marzo ha scosso l’ambiente annunciando a sorpresa la sua candidatura. Pochi giorni dopo, dal cilindro del centrosinistra (Pd-M5s, Avs, +E) è uscito fuori il nome del chirurgo Domenico Laceranza e Chiorazzo, diligentemente, si è fatto da parte.

Ma passate appena 96 ore, il colpo di scena: Laceranza “dopo un’attenta riflessione” ha ritirato la propria disponibilità. Così, domenica 17 marzo, a circa un mese dalle elezioni, il centrosinistra, che nel frattempo si era ritrovato orfano di Calenda, ha virato su Piero Marrese. A sostenere il presidente della Provincia di Matera, oltre a Pd e M5s ci sono Avs-Ev-Psi-Si-Basilicata Possibile, Basilicata Unita e Basilicata Casa Comune. Tra i candidati in corsa per la presidenza c’è anche il giornalista Eustachio Follia, esponente di Volt, il Movimento Progressista e Paneuropeo.

Si vota domani dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15, con la formula del turno unico. Alla chiusura dei 681 seggi si procederà allo spoglio dei voti. L’elettore, su un’unica scheda, deve esprimere una preferenza all’interno della lista scelta e votare per il candidato presidente.

Si può votare per una delle liste della coalizione tracciando un segno nel rettangolo corrispondente o scrivendo il nome e cognome di uno dei candidati della stessa lista. Il voto espresso per una lista viene attribuito al candidato presidente della lista o coalizione a cui essa è collegata. Non è consentito il voto disgiunto. E’ invece possibile esprimere una doppia preferenza di genere. Viene eletto presidente della Regione il candidato che ottiene la maggioranza dei voti.

La Basilicata è divisa in due circoscrizioni elettorali: Potenza e Matera che insieme formano il collegio unico regionale. Alla circoscrizione di Potenza sono assegnati tredici seggi, alla circoscrizione di Matera ne spettano sette. Per votare i cittadini devono aver compiuto 18 anni e devono presentarsi al seggio con la tessera elettorale e un documento di identità in corso di validità.

Gli aventi diritto di voto sono 541.168. Sull’esito dei risultati aleggia l’incognita degli indecisi e degli astenuti: alle ultime elezioni regionali, nel 2019, ha votato il 53.5% degli elettori.