Torna in Italia, a Venezia, l’arte totale e multimaterica di Solmi – askanews.it

Torna in Italia, a Venezia, l’arte totale e multimaterica di Solmi

“Ship of Fools” a Palazzo Donà delle Rose fino al 28 luglio
Apr 19, 2024
Venezia, 19 apr. (askanews) – È il senso di magia, in atmosfere sospese avvolte nelle mura del seicentesco Palazzo Donà dalle Rose di Venezia a permeare la mostra che – dopo vent’anni – dal 18 Aprile al 28 luglio riporta Federico Solmi in Italia con una sua personale: Solmi – Ship of Fools, curata da Dorothy Kosinski e co-curata da Renato Miracco, realizzata in partnership con Var Digital Art by Var Group, con il sostegno della Phillips Collection (Washington DC) e della Thoma Foundation (Chicago – Santa Fe).

Una mostra che è essa stessa opera d’arte totale, non semplice assemblaggio di video, dipinti, sculture in ceramica, opere VR e ologrammi, ma orchestrazione di opere d’arte multi-materiche, in dialogo fra loro e con gli ambienti storici del palazzo, per dare vita a un evento complessivo e immersivo che conduce per mano lo spettatore nel mondo distopico, grottesco e visionario di Federico Solmi.

Un’opera in cui le installazioni video e le nuove tecnologie assumono un rilievo importante, ma in modo non scontato, come spiega il co-curatore Renato Miracco: “È un nuovo linguaggio, dobbiamo essere umili da capire questo nuovo linguaggio, da interpretarlo e, ripeto, da non fare di tutta un’erba un fascio, e quindi ogni artista deve giustificare, in un certo senso, il perché usa questo nuovo linguaggio”.

Tra opere media, quadri animati, sculture in ceramica di Caltagirone, dipinti monumentali, piedistalli di virtual reality, si trova anche una nuova scultura olografica, sviluppata in collaborazione con Var Group, e raffigurante l’imperatrice bizantina Teodora. Solmi stesso spiega: “Questo miraggio fondamentalmente è un’immagine di questa grande imperatrice bizantina che poi viene riproposta sotto forma di una specie di influencer, e quindi abbiamo unito questo tema della storia con la banalità spesso della contemporaneità e del mondo in cui viviamo”.