Giappone, sindacato: il più alto aumento salari dal 1991 – askanews.it

Giappone, sindacato: il più alto aumento salari dal 1991

Risultato preliminare del tradizionale round di trattative
Mar 15, 2024

Roma, 15 mar. (askanews) – La più grande confederazione sindacale giapponese, Rengo, ha dichiarato oggi che i suoi membri hanno ottenuto quest’anno un aumento medio dei salari del 5,28%, il più grande dal 1991, fornendo slancio per un possibile aumento dei tassi di interesse da parte della Banca del Giappone la prossima settimana. Lo riferisce il Nikkei.

E’ questo l’esito preliminare dello shunto (“battaglia di primavera”), il tradizionale round di trattative per gli adeguamenti retributivi e contrattuali che si tiene a ridosso dell’inizio del nuovo anno fiscale, che comincia in aprile. In questo caso, questo dato è particolarmente atteso dalla Banca del Giappone, che lo ritiene un importante parametro per decidere nella riunione del Consiglio monetario della prossima settimana (lunedì e martedì) se verrà chiusa la lunga fase di politica ultra-espansiva con tassi negativi che continua dal 2016. La maggior parte degli analisti, comunque, prevede che i tassi verranno aumentati a partire dalla riunione del prossimo mese.

Le trattative presso alcune delle più grandi aziende del paese – tra cui Toyota, Hitachi e Panasonic – si sono concluse questa settimana, e molte di esse hanno soddisfatto le richieste dei sindacati. Nippon Steel ha superato le richieste, aumentando i salari mensili della cifra record di 35.000 yen (216,6 euro), ovvero del 14%.

Rengo, che conta 7 milioni di membri, ha annunciato il suo primo conteggio dei risultati. L’aumento, che comprende aumenti della retribuzione base e dell’anzianità, è stato di 1,48 punti percentuali in più rispetto allo scorso anno, in cui già era stato segnato un record che però non era riuscito a coprire la perdita di reddito reale dovuta all’inflazione per le famiglie.

L’ondata di aumenti salariali avviene in un contesto caratterizzato da una crescente carenza di manodopera, da un’inflazione persistente e da uno yen debole che ha incrementato i profitti delle aziende orientate all’export. Solo il 16% circa dei lavoratori giapponesi appartiene ai sindacati.