Bce, Panetta: tassi restrittivi meno a lungo se calo prezzi accelera – askanews.it

Bce, Panetta: tassi restrittivi meno a lungo se calo prezzi accelera

Livelli attuali sufficienti. Evitare danni inutili all’economia
Nov 30, 2023

Roma, 30 nov. (askanews) – I tassi di interesse attuali della Bce appaiono a livelli “sufficienti” a riportare l’inflazione ai livelli obiettivo, e se la moderazione del caro vita dovesse accelerare, la fase di mantenimento della linea monetaria restrittiva “potrebbe essere più breve”, mentre bisogna “evitare danni inutili” all’economia. E’ il messaggio lanciato dal governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta nel suo intervento al congresso per il 60esimo anniversario di Iccrea, a Roma.

Ieri e oggi i dati sull’inflaizone di Germania e Francia hanno segnato indebolimenti più marcati del previsto.

Secondo Panetta l’inflazione media nell’area euro “è in forte calo”. E “in base alle proiezioni diffuse dalla Bce in settembre e ai dati divenuti successivamente disponibili, l’attuale livello dei tassi sarebbe sufficiente a riportare l’inflazione in linea con l’obiettivo del 2 per cento nel medio termine”, ha detto.

“Le condizioni monetarie dovranno rimanere restrittive per il tempo necessario a consolidare la disinflazione. La durata di questa fase dipenderà dall’evoluzione delle variabili macroeconomiche; potrebbe essere più breve – ha detto il governatore – qualora la persistente debolezza dell’attività produttiva accelerasse il calo dell’inflazione”.

Perché secondo Panetta “occorre evitare inutili danni per l’attività economica e rischi per la stabilita finanziaria, che finirebbero oltretutto per mettere a rischio la stessa stabilità dei prezzi”. E su questo, il numero uno di bankitalia ha rilevato come “la trasmissione degli impulsi monetari alle condizioni di finanziamento si stia rivelando più forte di quanto era stato previsto. I costo dei prestiti bancari è considerevolmente aumentato. La dinamica della moneta e del credito è rapidamente scesa su valori simili o inferiori a quelli registrati in seguito alla crisi finanziaria e a quella dei debiti sovrani nell’area dell’euro”.