Spazio, Osiris-Rex apre l’era delle miniere sugli asteroidi – askanews.it

Spazio, Osiris-Rex apre l’era delle miniere sugli asteroidi

Set 9, 2016
Roma, 9 set. (askanews) – “La missione Osiris-Rex rappresenta il primo esempio dello space mining, lo sfruttamento minerario degli asteroidi, che potrebbero contenere minerali per noi preziosi e in quantità maggiore di quanto se ne possa trovare sulla Terra. E’ una delle nuove sfide della ‘Space Economy’, lo spazio come risorsa economica”. Così il presidente dell’Agenzia spaziale italiana Roberto Battiston a proposito della missione Osiris-Rex della Nasa lanciata nella notte, con l’obiettivo di raggiungere nel 2018 l’asteroide Bennu, catturarne alcuni frammenti da poter analizzare sulla Terra nel 2023 alla ricerca di acqua e altre molecole organiche che potrebbero dirci molto sulle origine del nostro sistema solare.

L’obiettivo della missione – che ha anche un tocco tricolore con la bussola stellare realizzata da Leonardo-Finmeccanica che permetterà alla sonda di orientarsi e calcolare la rotta verso la sua destinazione – è innanzitutto scientifico, certo, ma spiana la strada a un futuro sfruttamento minerario degli asteroidi. Progetto che già conta sostenitori convinti della sua fattibilità. Quattro anni fa è stata fondata American Planetary Resources, finanziata tra gli altri da James Cameron (il regista di Titanic e Avatar), dai dirigenti di Google Larry Page e Eric Shmidt e dal fondatore di Virgin Group Richard Branson, a cui si è affiancata la Deep Space Industries, nata con lo stesso obiettivo di sfruttare tramite robot e sonde automatiche gli asteroidi, recuperando i loro minerali.

Un’opportunità che ha scaldato gli animi del Lussemburgo – Stato piccolo ma ricco – che punta a guadagnarsi il titolo di pioniere in ambito europeo dello sfruttamento delle ricchezze (platino, metalli in genere, idrocarburi e, chissà, forse anche acqua) che abbondano sui Near Earth Objects (NEOs), come gli asteroidi. Corpi celesti (sono ben 11mila quelli ritenuti economicamente interessanti) che potrebbero diventare vere e proprie miniere a cui attingere per rifornire la Terra.

Il Lussemburgo si è lanciato con entusiasmo in questa avventura annunciata a febbraio e battezzata SpaceResources.lu, mettendo sul piatto un investimento di circa 200 milioni di euro per le ricerche nel settore. A metà giugno il governo lussemburghese e l’americana Planetary Resources hanno firmato un accordo di cooperazione per lo sfruttamento delle risorse minerarie degli asteroidi, con lo Stato europeo che nella partita ha investito 25 milioni di euro come partecipazione nella società statunitense. “Sfruttare le risorse degli asteroidi cambierà il modo di vivere. Il Lussemburgo ha preso atto di questo futuro al quale non possiamo sfuggire. E’ un momento storico”, ha commentato l’americano Chris Lewicki, presidente e ingegnere capo di Planetary Resources. L’investimento prevede in un primo tempo di finanziare a Lussemburgo delle attività di ricerca. Lewicki recluterà nel Granducato 50 persone nei prossimi tre anni, 150 a livello mondiale.

Non solo. Lo Stato lussemburghese partecipa tramite la banca pubblica SNCI allo sviluppo di una nave spaziale prototipo – Prospector X – frutto delle ricerche di Deep Space Industries, vero precursore del mercato, che dovrà testare nel 2017 in orbita bassa le tecnologie che serviranno per raggiungere gli asteroidi che abitano lo spazio profondo, obiettivo di Prospector-1, prima missione estrattiva interplanetaria.

E la caccia a possibili altri partner con cui condividere il progetto, per il quale si sta studiando anche una base legale, prosegue. “Non voglio perdere tempo, bisogna approfittare dello slancio. Voglio depositare tutto il prima possibile”, ha detto a giugno il ministro dell’Economia lussemburghese Etienne Schneider poco prima di recarsi in Russia per presentare SpaceResources.lu al Forum Economico di San Pietroburgo.

Per lanciare le miniere spaziali bisognerà, molto probabilmente, adattare anche l’Outer Space Treaty del 1967, che difende il principio di “non appropriazione dello spazio e dei corpi celesti”. Gli Usa non dovrebbero creare troppi problemi visto che con lo Space Act del 2015 i cittadini americani sono già autorizzati a diventare proprietari di risorse estratte da asteroidi. E l’Europa? Lo space mining non è al momento tra le priorità dell’Unione, ma chissà che grazie al Granducato non possa diventarlo.