Inaf, Osiris-Rex racconterà le origini di tutta la nostra storia – askanews.it

Inaf, Osiris-Rex racconterà le origini di tutta la nostra storia

Set 8, 2016
Roma, 8 set. (askanews) – “Le analisi dei campioni che saranno prelevati dall’asteroide Bennu e riportati a terra dalla missione Osiris-Rex ci permetteranno di capire per la prima volta quale è l’origine della materia organica che più di quattro miliardi di anni fa, cadendo sulla Terra, ha dato l’avvio alla nascita della vita sul nostro pianeta”. A sottolineare l’importanza della missione della Nasa Osiris-Rex che sarà lanciata da Cape Canaveral alle 19.05 ora locale (circa l’una di notte in Italia), con destinazione l’asteroide Bennu è John Robert Brucato, ricercatore dell’Istituto nazionale di astrofisica presso l’Osservatorio Astrofisico di Arcetri, Sample and Contamination Control Scientist della missione, coinvolto negli strumenti OVIRS (OSIRIS-REx Visible and IR Spectrometer) e OTES (OSIRIS-REx Thermal Emission Spectrometer).

“Bennu – spiega Brucato – è un asteroide primitivo ricco di carbonio rimasto praticamente inalterato dalla formazione del Sistema solare che ha, quindi, mantenuto il materiale di cui è composto nello suo stato originario. La Terra di contro, così come gli altri pianeti del Sistema solare, attraverso i processi geologici, ha cancellato, differenziandosi, tutte le tracce del materiale da cui si è formata, rimescolando tutti gli elementi chimici. Nei 60 grammi di materia che avremo recuperato nel 2023 saranno contenuti, dopo essere stati sintetizzati dalle stelle e disseminati nello spazio, tutti gli elementi chimici presenti nell’Universo. Tutta la nostra storia sarà raccolta sul palmo della mano e richiederà solo di essere decifrata utilizzando i migliori strumenti di analisi disponibili oggi nei laboratori di tutto il mondo”.

“Osiris-Rex è una missione estremamente ambiziosa, che ci permetterà di aprire un nuovo capitolo nello studio del materiale primordiale del Sistema solare”, osserva Elisabetta Dotto, ricercatrice dell’Inaf presso l’Osservatorio astronomico di Roma, esperta nello studio delle proprietà fisiche dei NEA (Near-Earth Asteroids), coinvolta nell’analisi e interpretazione dei dati spettroscopici che verranno acquisiti dagli strumenti OVIRS e OTES e delle immagini che verranno acquisite dalla camera OCAMS (OSIRIS-REx Camera Suite).

“Per la prima volta – sottolinea la ricercatrice – potremo analizzare direttamente il materiale che compone uno degli asteroidi potenzialmente pericolosi per il nostro pianeta e investigare i meccanismi che ne guidano l’evoluzione fisica e dinamica. I dati acquisiti ci permetteranno inoltre di far luce sui processi che hanno governato le prime fasi di formazione del nostro sistema planetario.”