Roma, 24 nov. (askanews) – Nella prima parte del 2024 l’attività economica in Toscana si è ulteriormente indebolita, condizionata dal rallentamento della domanda e dall’incertezza del quadro geopolitico. Le dinamiche si sono mostrate eterogenee tra i principali settori: alla crescita nelle costruzioni si sono contrapposti l’indebolimento dei servizi e la flessione dell’industria. L’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER), sviluppato dalla Banca d’Italia, segnala per il primo semestre un aumento del prodotto dello 0,4 per cento, allineato al dato stimato per l’intero Paese. L’indicatore coincidente Regio-coin Toscana ha mostrato una prosecuzione dell’andamento negativo delle componenti di fondo dell’attività, avviatosi a metà del 2022. Lo riporta il rapporto di aggiornamento congiunturale “L’economia della Toscana”, pubblicato dalla Banca d’Italia.
Nel corso del 2024 la flessione dell’attività industriale si è intensificata, con un calo diffuso del fatturato, specialmente tra le imprese più piccole e nel comparto della moda. Nonostante la perdurante debolezza della domanda globale, le esportazioni toscane sono ancora aumentate, grazie principalmente al contributo della farmaceutica e della gioielleria.
L’indebolimento ciclico e l’elevata incertezza hanno frenato l’attività di investimento, prosegue lo studio: i piani formulati a inizio periodo, che prevedevano un calo, sono stati confermati o rivisti al ribasso. Nel settore edile, nella prima parte dell’anno, l’attività ha continuato a crescere, specialmente nel comparto pubblico, che ha beneficiato dell’aumento dei lavori riconducibili a nuove opere, in parte connessi con l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). L’attività del terziario si è ulteriormente indebolita, condizionata dalla dinamica dei consumi.
I flussi turistici nelle strutture ricettive tradizionali si sono nel complesso ridotti: la crescita della componente straniera non ha pienamente controbilanciato la riduzione di quella domestica. La debolezza ciclica non si è tuttavia riflessa sulla situazione economico-finanziaria del settore produttivo: la gran parte delle imprese prevede per l’anno in corso di conseguire risultati reddituali favorevoli, in un contesto in cui anche la liquidità disponibile è rimasta elevata.(Segue)