Friuli Venezia Giulia, Bankitalia: nel I semestre stagnazione – askanews.it

Friuli Venezia Giulia, Bankitalia: nel I semestre stagnazione

Flessione manifatturiero si contrappone e dinamismo servizi
Nov 17, 2024
Roma, 17 nov. (askanews) – Nel corso del 2024 l’attività economica in Friuli Venezia Giulia si è ulteriormente indebolita; secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) della Banca d’Italia nel primo semestre il PIL regionale ha ristagnato nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente (in Italia 0,4 per cento). Alla dinamica positiva nei servizi e nelle costruzioni si è contrapposta la flessione del prodotto nel comparto manifatturiero. Lo riferisce la Banca d’Italia nel rapporto di aggiornamento congiunturale “L’economia del Friuli Venezia Giulia”.

Nel manifatturiero, si legge, l’attività ha risentito della forte contrazione della domanda estera su cui ha inciso soprattutto la debolezza del ciclo manifatturiero nell’area dell’euro. Il deterioramento dei livelli produttivi ha riguardato tutti i principali settori di specializzazione, a eccezione della filiera agroalimentare e della cantieristica. La spesa per investimenti, rimasta pressoché stabile nella prima parte dell’anno, è stata ostacolata dalle incerte prospettive della domanda e dai costi di finanziamento ancora elevati.

Nel primo semestre la crescita dei livelli produttivi nel comparto edile ha rallentato a causa del ridimensionamento degli incentivi connessi al Superbonus, i cui effetti sono stati tuttavia mitigati dalle misure di stimolo previste dal PNRR. Nei primi nove mesi dell’anno è infatti proseguito a ritmi sostenuti l’incremento degli investimenti pubblici in atto dal 2021. Nel mercato immobiliare, al lieve calo delle compravendite si è associata una flessione più marcata dei prezzi delle abitazioni.

Secondo Bankitalia, nel terziario l’attività economica ha continuato a espandersi a ritmi modesti, sostenuta in particolare dai servizi legati al turismo, che hanno beneficiato di una ulteriore crescita delle presenze straniere. I ricavi nel comparto del commercio al dettaglio hanno risentito dell’indebolimento dei consumi; le decisioni di spesa delle famiglie sono state improntate a cautela nonostante il recupero del reddito disponibile reale, favorito dalla crescita occupazionale e dalla moderata dinamica dell’inflazione. Nel complesso i volumi di attività del sistema portuale sono aumentati seppure con andamenti differenziati tra comparti. In particolare, gli effetti negativi sul traffico container nel porto di Trieste, che si erano manifestati a inizio anno in conseguenza della crisi nel Mar Rosso, si sono parzialmente riassorbiti nei mesi più recenti.(Segue)