Roma, 6 nov. (askanews) – Nella prima metà del 2024 l’espansione dell’occupazione in Italia è proseguita con intensità diversa tra i territori: particolarmente pronunciata nel Mezzogiorno, è stata quasi nulla nel Nord Est, dove il rallentamento della domanda di lavoro è confermato anche dal maggiore ricorso agli strumenti di integrazione salariale. Lo segnala la Banca d’Italia nel capitolo sul mercato del lavoro inserito nel Raopporto sulle economie regionali.
Nel 2023, si legge, la crescita dell’occupazione è proseguita in tutte le ripartizioni ed è stata più intensa nel Mezzogiorno. Il numero degli occupati è aumentato in quest’area più che nel resto del Paese anche nel confronto con i livelli precedenti al Covid. Secondo Bankitalia vi ha inciso soprattutto l’espansione del numero di addetti nelle costruzioni e nel settore pubblico.
La fase positiva del ciclo economico ha sospinto la partecipazione sull’intero territorio nazionale, in particolare nel Nord Est e nel Mezzogiorno. Il numero di persone attive è salito ovunque, prosegue lo studio, nonostante la contrazione della popolazione in età da lavoro. Il tasso di disoccupazione è diminuito in tutte le ripartizioni.
La crescita delle retribuzioni contrattuali, ancora moderata nel confronto con gli altri principali paesi dell’area dell’euro, ha interessato ogni macroarea. Riflettendo le differenze nella composizione settoriale delle attività economiche, gli incrementi salariali sono stati leggermente inferiori nel Mezzogiorno, dove prevalgono settori che hanno registrato aumenti più contenuti. Le retribuzioni di fatto, aggiunge Bankitalia, sono cresciute poco più dei minimi stabiliti dai contratti collettivi nazionali.