Roma, 15 lug. (askanews) – La Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia è in visita nelle campagne del Foggiano, con sopralluoghi a Cerignola a Pietra di Scarto, a Borgo Mezzanone a Manfredonia e a Torretta Antonacci in agro di San Severo. E Coldiretti Puglia chiede con forza che vengano “fatti emergere dall’invisibilità i migranti che arrivano in Puglia e possono contribuire in modo strutturale e determinante all’economia”. Ad oggi, il 10% sul totale nazionale dei lavoratori agricoli non comunitari viene occupato in Puglia, dove viene prodotto nei campi e nelle stalle da mani straniere quasi 1/3 del Made in Italy a tavola, con 22.314 lavoratori provenienti da tutto il mondo che hanno trovato regolare occupazione in agricoltura.
Coldiretti a Foggia ha avviato percorsi di trasparenza e condizioni di vita e lavoro dignitose per i migranti che giungono in Puglia, dai servizi alla persona all’assistenza fiscale, dal trasporto garantito per raggiungere i luoghi di lavoro alla consulenza per le buste paga, fino alle vaccinazioni e all’assistenza a beneficio dei migranti.
“Si tratta di rendere strutturale un modello di sviluppo dell’agricoltura, fonte di grandi opportunità occupazionali da realizzarsi seguendo la strada della trasparenza, della legalità e delle regole certe. E’ fondamentale mettere le imprese agricole nella condizione di beneficiare realmente del contributo che i lavoratori extracomunitari possono offrire, strappandoli alla condizione di invisibilità”, spiega Mario de Matteo, presidente di Coldiretti Foggia.
La manodopera extracomunitaria in agricoltura, nonostante il calo progressivo negli ultimi 5 anni, resta determinante in Puglia nelle coltivazioni arboree 53,8% (frutta e viticoltura) e colture orticole 17,7% (fragole, meloni, insalate, pomodori, radicchio), con i braccianti extracomunitari che hanno per quasi l’88% una occupazione stagionale.