Libro “Algoritmi e preghiere, l’umanità fra mistica e cultura digitale”
Di Guerino Nuccio Bovalino
Mag 17, 2024
Roma, 17 mag. – L’uomo è costantemente alla ricerca di un senso che giustifichi la sua esistenza, di un potere che ne orienti il vissuto e di visioni che lo aiutino a sublimare la paura della morte. Queste richieste di salvezza, intrinseche alla natura umana, nel tempo si sono incarnate in immagini, oggetti, racconti e tecnologie. Il libro analizza l’immaginario salvifico, presentando le metamorfosi delle figure che lo hanno personificato, dagli dèi dell’antichità al Cristo fattosi uomo, dai mostri e i supereroi generati dall’industrializzazione alle figure postumane dell’era digitale, e individuando i luoghi che sono stati il teatro del loro agire, dall’Olimpo alla Metropoli fino al Metaverso. Opere d’arte, sculture, film e serie tv disvelano le diverse fasi di trasformazione dei regimi di senso e del potere corrispondente: l’arte antica e il futurismo, “Tempi Moderni” di Chaplin ed “Elephant Man” di Lynch, “A.I.” di Spielberg e Kubrick, “Band of Bastards” di Tarantino e l’ultimo “Joker” di Todd, le serie tv “Black Mirror” e “Squid Game”, “Barbie” e “Oppenheimer”, ChatGPT e i viaggi su Marte. Nell’epilogo del testo, al tramonto delle illusioni della società che abitiamo provocato dalla pandemia “invisibile” e dal ritorno della guerra “carnale”, ecco risorgere una inedita forma di “misticismo terrestre”.
Nel nostro cielo solcato da satelliti brilla infatti ancora la luce di una stella divina. E non potrebbe essere diversamente: tutta l’evoluzione tecnologica dell’umanità ha radici spirituali, forse persino mistiche. Questa, almeno, è la verità cui si giunge cercando nel cuore della società digitale e algoritmica le tracce dell’antico mondo dei simboli, dei miti e degli dèi. Del resto, se il sacro ha sempre svolto la funzione di salvare l’umanità dalle sue angosce e paure, donando un senso alla vita, oggi questa funzione sembra essere stata completamente assunta dalle nuove tecnologie. I satelliti, come angeli d’acciaio, vegliano sulle città; la rete, come uno spirito avvolgente, ci connette in un dialogo istantaneo, come in una comunione spirituale. Ogni giorno guardiamo alle intelligenze artificiali e alla robotica come a quelle potenze che garantiranno l’accesso a un nuovo paradiso terrestre. Viviamo un futuro anteriore, un avvenire tecnologico che ha la forma di un cosmo medioevale. Ma se così stanno le cose, allora questa nostra epoca di alchimie cibernetiche e algoritmi predittivi, di apocalissi cinematografiche e di brand divenuti icone, è anche l’epoca in cui si ripropone con più forza il dilemma tra salvezza e dannazione, tra un uso messianico della tecnologia e un suo uso esclusivamente ludico.