Roma, 16 ott. (askanews) – “Il turismo spaziale? Mi chiedo perché. È un’esperienza unica, che può davvero cambiare la visione non solo di se stessi ma anche del mondo. Ma al momento i costi sono ancora estremamente elevati. Ci sono voluti circa 70 anni, dal volo dei fratelli Wright per arrivare ai voli intercontinentali per tutti. Lo spazio inizia a circa 100 km, quindi è un salto di dimensione. Non so rispondere quanto tempo ci vorrà, ma mi chiedo se valga la pena di pensare allo spazio come destinazione turistica”. Lo ha detto l’astronauta italiano dell’Agenzia spaziale europea Luca Parmitano rispondendo alla domanda di uno studente al termine della Lectio magistralis tenuta all’Università di Messina in occasione della Laurea Magistrale Honoris Causa in Scienze e logistica del trasporto marittimo ed aereo conferitagli dall’ateneo “in riconoscimento delle abilità dimostrate in campo aerospaziale e per aver dedicato la sua attività allo studio e alla sperimentazione scientifica oltre i confini nazionali, esplorando lo spazio extra atmosferico e la sua affascinante realtà”.
“Credo – ha proseguito l’astronauta – che per chi ha utilizzato lo spazio come destinazione turistica sia quasi una medaglia, per dire: ho fatto anche questo. Lo spazio non è un luogo confortevole, la Stazione spaziale internazionale non è un luogo confortevole, non da tutti i punti di vista. Bisogna adattarsi a dormire, non abbiamo comodi letti, abbiano un menu variegato ma è sempre cibo precotto. Quindi in che senso fare turismo nello spazio?”.
“Abbiamo un pianeta bellissimo – ha aggiunto Parmitano – e senza doverci spostare molto lontano, quanti di voi conoscono bene la Sicilia? Io sicuramente no, ho ancora tantissimo da visitare. Per cui se dovessi fare turismo andrei a cercare destinazioni dove posso apprendere cultura, interfacciarmi con modi di vivere diversi, con arte, storia, culinaria diversi. Abbiamo ancora tanto da scoprire sul nostro pianeta. Non perché non voglia spingervi verso lo spazio ma perché lo spazio è ancora al momento una terra di frontiera, non siamo ancora in grado di colonizzarlo. È vero che i nostri ingegneri sono bravissimi, che voi sarete ingegneri bravissimi ma lo spazio è ancora, e lo sarà a lungo, terra di frontiera”.
Nella sua Lectio magistralis dal titolo “Human Space Transportation and Logistics: present and future”, Parmitano ha offerto una panoramica dei risultati raggiunti nell’esplorazione spaziale sottolineando anche i limiti che ancora l’uomo si trova ad affrontare in vista della prossima esplorazione lunare e di quella marziana. Limiti sul piano dell’approvvigionamento ad esempio di energia e cibo, sul piano della sicurezza, dell’esposizione alle radiazioni da cui oggi gli astronauti sono al riparo sulla Stazione spaziale internazionale ma che rappresentano un grosso problema spingendosi più in là, senza la protezione dell’atmosfera terrestre. Il ritorno sulla Luna, che dista poco meno di 400.000 km dalla Terra, rappresenta già una sfida ingegneristica. Sfida che si moltiplica per complessità se si guarda a Marte che dalla Terra di chilometri ne dista 400 milioni. “Si tratta di sfide ingegneristiche a cui – ha detto Parmitano rivolto agli studenti – anche voi siete chiamati a partecipare”.
Colonnello dell’Aeronautica Militare Italiana e pilota collaudatore, Parmitano è il primo italiano – e terzo europeo – ad aver ricoperto il ruolo di Comandante sulla Stazione Spaziale Internazionale, durante la “Spedizione 61”. Nel corso della sua attività – rileva Unime – ha dedicato particolare attenzione all’innovazione tecnologica, dando un impulso significativo al progresso scientifico e all’esplorazione spaziale, sensibilizzando le nuove generazioni sui temi dei cambiamenti climatici e dello sviluppo sostenibile.
Laureato in Scienze Politiche e diplomato all’Accademia Aeronautica Italiana di Pozzuoli, è la dimostrazione vivente di come una formazione multidisciplinare, unita al continuo studio, alla determinazione e alla capacità di adattamento, possa consentire di raggiungere obiettivi eccellenti, motivo di orgoglio per tutti noi. L’attività e le sperimentazioni condotte da Parmitano, in condizioni operative e ambientali estreme, attestano come le sue competenze tecnico/scientifiche negli ambiti aeronautico, giuridico, geologico e dell’ingegneria siano di altissimo profilo e riconosciute a livello mondiale.