Roma, 27 giu. (askanews) – “Vai più piano, vai più piano”. Dicevano così quelli che erano in macchina con Matteo Di Pietro e “lui sapeva di essere ripreso ma non interagiva con la telecamera”. E’ quanto emerge da una testimonianza citata nell’ordinanza di custodia cautelare decisa dal gip nei confronti del ventenne accusato di omicidio stradale per la morte di un bimbo di cinque anni in un incidente avvenuto a Casal Palocco.
Nel documento viene citata la testimonianza di uno dei ragazzi che era a bordo dell’auto presa a noleggio. “Ero seduto sul sedile centrale posteriore della Lamborghini – ha sostanzialmente detto il testimone – non guardavo la strada perché mi stavo riprendendo con telecamere e rivolgevo domane a chi era con me: ‘a chi piace questa macchina?’ e poi dopo avere finito ho chiesto a Matteo di andare piano”.
Poi si aggiunge: “Ho avuto sicuramente la percezione che stessimo viaggiando ad una velocità compresa tra i 50 km orari e i 100. Ne avevo avuto la certezza una volta vista la Smart. Anche un altro ragazzo che era a bordo si era raccomandato con Matteo di andare piano sia pochi minuti prima dell’incidente, sia nei giorni precedenti. Al momento dell’incidente stavo registrando con la camera piccola mentre un altro amico stava utilizzando quella grande. Matteo sapeva di essere ripreso ma non interagiva con la telecamera”.