Roma, 21 giu. (askanews) – Euclid, si lancia. È stata fissata il primo luglio alle 17.12 ora italiana la data per la partenza di una delle missioni scientifiche più ambiziose della storia, ideata e realizzata dall’Agenzia spaziale europea, con un’importante partecipazione dell’Italia guidata dall’Asi. A renderlo noto l’Esa che ha indicato anche il 2 luglio come data di lancio di riserva per la missione che studierà la parte oscura dell’Universo.
Nel frattempo, la navicella è stata rifornita del carburante che le serve per arrivare nel suo punto di parcheggio, il punto lagrangiano secondo del sistema solare (L2). Le operazioni sono cominciate nella giornata del 19 giugno in un impianto Astrotech vicino a Cape Canaveral, in Florida, dove il satellite verrà lanciato a bordo di un razzo Falcon 9 fornito da Space X.
Euclid – si legge su Media Inaf, il notiziario online dell’Istituto nazionale di astrofisica – viaggerà con due tipi di propellente: idrazina e azoto gassoso. Dieci propulsori che funzionano a idrazina forniranno la propulsione chimica che lo guiderà fino al punto L2 di Lagrange del sistema Sole-Terra, che gli consentirà di eseguire le manovre mensili per rimanere in orbita e, infine, che servirà a smaltire la navicella al termine della missione. In tutto, sono 140 i chili di idrazina immagazzinati nel serbatoio centrale. L’operazione di rifornimento della navicella è delicata perché il carburante a base di idrazina è altamente tossico. Gli esperti che devono eseguirla, pertanto, come si vede nell’immagine, indossano ciascuno una tuta protettiva di isolamento atmosferico chiamata “scape” (Self-Contained Apparatus Protective Ensemble).
L’azoto gassoso, invece, verrà utilizzato per far funzionare dei micropropulsori che garantiranno a Euclid un puntamento sempre preciso e stabile durante le osservazioni. Questo è fondamentale, dal momento che la riuscita scientifica della missione non può prescindere dalla capacità del telescopio di acquisire immagini di altissima qualità. I propulsori sono sei, e l’azoto necessario ad alimentarli – 70 kg in totale – è immagazzinato in quattro serbatoi ad alta pressione: questo quantitativo dovrebbe bastare per l’intera durata (nominale) della missione.
Euclid ci metterà circa un mese per raggiungere la sua destinazione. Durante il viaggio, il telescopio e gli strumenti saranno accesi, il telescopio sarà messo a fuoco e gli strumenti testati. Dopo una successiva fase di calibrazione di due mesi, Euclid inizierà le operazioni scientifiche che dovrebbero durare circa sei anni.
“Dopo 12 anni di sviluppo tecnico e di preparazione scientifica – dice Yannick Mellier, responsabile del consorzio Euclid e astrofisico presso l’Institut d’astrophysique de Paris (Iap) in Francia – siamo arrivati alla seconda fase della missione, quella che ci dirà qual è la natura dell’energia oscura”.