JIRAM finanziato da ASI, team di ricerca guidato da INAF
Milano, 24 gen. (askanews) – L’infernale luna Io (la piu’ interna fra quelle regolari del sistema gioviano) e’ il corpo vulcanicamente piu’ attivo dell’intero Sistema solare. Un recente articolo pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters (GRL) fa nuova luce sulle proprieta’ vulcaniche di questo satellite, in particolare grazie a nuovi dati raccolti da JIRAM (Jovian InfraRed Auroral Mapper), uno degli otto strumenti a bordo della sonda NASA Juno.
Finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e realizzato da Leonardo, lo strumento vede la responsabilita’ scientifica dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). L’articolo delinea la mappa piu’ recente della distribuzione degli hot spot (punti vulcanici caldi) di Io prodotta con dati JIRAM da remoto alla migliore scala spaziale attualmente disponibile. I ricercatori, guidati dall’INAF, sono riusciti a ottenere, inoltre, una migliore copertura delle regioni di Io prossime ai poli rispetto al passato.
“La mappa degli hot spot presentata nel nostro lavoro e’ la piu’ aggiornata tra quelle basate su dati di telerilevamento spaziale. Analizzando le immagini infrarosse acquisite da JIRAM, abbiamo individuato 242 punti vulcanici caldi, di cui 23 non presenti in altri cataloghi e localizzati nella maggior parte dei casi nelle regioni polari, grazie alla peculiare orbita della sonda Juno”, spiega Francesca Zambon, membro del gruppo JIRAM, ricercatrice dell’INAF di Roma e prima autrice dell’articolo pubblicato su GRL, che sottolinea: “Il confronto tra il nostro studio e il catalogo piu’ recente rivela che JIRAM ha osservato l’82% degli hot spot piu’ potenti precedentemente individuati, e la meta’ degli hot spot di potenza intermedia, dimostrando quindi che questi sono ancora attivi. Tuttavia, JIRAM ha rilevato solo circa la meta’ degli hot spot piu’ deboli precedentemente segnalati. Le spiegazioni sono due: o la risoluzione di JIRAM non e’ sufficiente per rilevare questi deboli punti caldi, oppure l’attivita’ di questi centri effusivi potrebbe essersi sbiadita o interrotta”.
Quando la sonda spaziale NASA Voyager 1 avvicino’ Io, il piu’ interno dei satelliti galileiani di Giove, nel marzo 1979, le immagini inviate alla Terra rivelarono che la sua superficie appariva punteggiata da una moltitudine di centri vulcanici caldi, con imponenti colate laviche e pennacchi alti fino a qualche centinaio chilometri. In seguito, l’esplorazione condotta soprattutto dalla missione NASA Galileo chiari’ che questi punti caldi sono moltissimi: alcune centinaia, molti dei quali con attivita’ pressoche’ costante. La luna Io mostra molti centri vulcanici, innescati principalmente dalle potenti forze mareali esercitate da Giove. Lo studio dell’attivita’ vulcanica di questo satellite gioviano e’ la chiave per comprendere la natura dei suoi processi geologici e la sua evoluzione interna. La distribuzione degli hot spot e la loro variabilita’ spaziale e temporale sono importanti per definire le caratteristiche del riscaldamento delle maree e i meccanismi attraverso i quali il calore fuoriesce dall’interno.
“Uno dei maggiori punti aperti nella comprensione della struttura interna di Io e’ se l’attivita’ vulcanica osservabile in superficie sia dovuta a un oceano di magma globale presente nel mantello, oppure a camere magmatiche che si insinuano nella crosta a minori profondita’ – chiarisce Alessandro Mura, leader del gruppo JIRAM e ricercatore dell’INAF di Roma -. Le osservazioni di JIRAM sono tuttora in corso, e le future immagini a maggiore definizione saranno fondamentali per meglio evidenziare i punti caldi deboli e per chiarire la struttura interna di Io”.
“La superficie della luna gioviana Io e’ molto dinamica, con vulcani ed emissioni laviche in continua evoluzione, come dimostrato da questo importante risultato ottenuto dal nostro strumento JIRAM e dall’ottimo lavoro svolto dal team – aggiunge Giuseppe Sindoni, responsabile del progetto JIRAM per l’ASI -. L’estensione della missione Juno fino al 2025 ci permettera’ di monitorare questa evoluzione e di comprendere meglio i processi fisici che guidano un corpo cosi’ complesso e dalle fattezze simili alla nostra Terra primordiale, anche in previsione di future missioni dedicate”.
La sonda Juno e’ stata lanciata ad agosto 2011 dalla base di Cape Canaveral ed e’ in orbita attorno a Giove dal luglio del 2016. Da allora ha percorso 235 milioni di chilometri. Juno e’ tuttora la sonda in orbita planetaria piu’ distante della NASA, e continuera’ le sue indagini sul pianeta piu’ grande del Sistema solare fino a settembre 2025. Alla fine dell’anno, il 30 dicembre 2023, durante la 57ma orbita attorno a Giove, la sonda Juno effettuera’ il suo passaggio piu’ ravvicinato in assoluto a Io, a una distanza minima di circa 4800 chilometri. Le missioni Europa Clipper della NASA e JUICE di ESA, che opereranno nel sistema di Giove negli anni 2030, non potranno mai avvicinarsi a simili distanze. Sara’ quindi cruciale che Juno possa condurre osservazioni anche con JIRAM durante tutte le prossime opportunita’ previste nel 2023.
Spazio, realizzata la migliore mappatura del satellite gioviano Io
Milano, 24 gen. (askanews) – L’infernale luna Io (la piu’ interna fra quelle regolari del sistema gioviano) e’ il corpo vulcanicamente piu’ attivo dell’intero Sistema solare. Un recente articolo pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters (GRL) fa nuova luce sulle proprieta’ vulcaniche di questo satellite, in particolare grazie a nuovi dati raccolti da JIRAM (Jovian InfraRed Auroral Mapper), uno degli otto strumenti a bordo della sonda NASA Juno.
Finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e realizzato da Leonardo, lo strumento vede la responsabilita’ scientifica dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). L’articolo delinea la mappa piu’ recente della distribuzione degli hot spot (punti vulcanici caldi) di Io prodotta con dati JIRAM da remoto alla migliore scala spaziale attualmente disponibile. I ricercatori, guidati dall’INAF, sono riusciti a ottenere, inoltre, una migliore copertura delle regioni di Io prossime ai poli rispetto al passato.
“La mappa degli hot spot presentata nel nostro lavoro e’ la piu’ aggiornata tra quelle basate su dati di telerilevamento spaziale. Analizzando le immagini infrarosse acquisite da JIRAM, abbiamo individuato 242 punti vulcanici caldi, di cui 23 non presenti in altri cataloghi e localizzati nella maggior parte dei casi nelle regioni polari, grazie alla peculiare orbita della sonda Juno”, spiega Francesca Zambon, membro del gruppo JIRAM, ricercatrice dell’INAF di Roma e prima autrice dell’articolo pubblicato su GRL, che sottolinea: “Il confronto tra il nostro studio e il catalogo piu’ recente rivela che JIRAM ha osservato l’82% degli hot spot piu’ potenti precedentemente individuati, e la meta’ degli hot spot di potenza intermedia, dimostrando quindi che questi sono ancora attivi. Tuttavia, JIRAM ha rilevato solo circa la meta’ degli hot spot piu’ deboli precedentemente segnalati. Le spiegazioni sono due: o la risoluzione di JIRAM non e’ sufficiente per rilevare questi deboli punti caldi, oppure l’attivita’ di questi centri effusivi potrebbe essersi sbiadita o interrotta”.
Quando la sonda spaziale NASA Voyager 1 avvicino’ Io, il piu’ interno dei satelliti galileiani di Giove, nel marzo 1979, le immagini inviate alla Terra rivelarono che la sua superficie appariva punteggiata da una moltitudine di centri vulcanici caldi, con imponenti colate laviche e pennacchi alti fino a qualche centinaio chilometri. In seguito, l’esplorazione condotta soprattutto dalla missione NASA Galileo chiari’ che questi punti caldi sono moltissimi: alcune centinaia, molti dei quali con attivita’ pressoche’ costante. La luna Io mostra molti centri vulcanici, innescati principalmente dalle potenti forze mareali esercitate da Giove. Lo studio dell’attivita’ vulcanica di questo satellite gioviano e’ la chiave per comprendere la natura dei suoi processi geologici e la sua evoluzione interna. La distribuzione degli hot spot e la loro variabilita’ spaziale e temporale sono importanti per definire le caratteristiche del riscaldamento delle maree e i meccanismi attraverso i quali il calore fuoriesce dall’interno.
“Uno dei maggiori punti aperti nella comprensione della struttura interna di Io e’ se l’attivita’ vulcanica osservabile in superficie sia dovuta a un oceano di magma globale presente nel mantello, oppure a camere magmatiche che si insinuano nella crosta a minori profondita’ – chiarisce Alessandro Mura, leader del gruppo JIRAM e ricercatore dell’INAF di Roma -. Le osservazioni di JIRAM sono tuttora in corso, e le future immagini a maggiore definizione saranno fondamentali per meglio evidenziare i punti caldi deboli e per chiarire la struttura interna di Io”.
“La superficie della luna gioviana Io e’ molto dinamica, con vulcani ed emissioni laviche in continua evoluzione, come dimostrato da questo importante risultato ottenuto dal nostro strumento JIRAM e dall’ottimo lavoro svolto dal team – aggiunge Giuseppe Sindoni, responsabile del progetto JIRAM per l’ASI -. L’estensione della missione Juno fino al 2025 ci permettera’ di monitorare questa evoluzione e di comprendere meglio i processi fisici che guidano un corpo cosi’ complesso e dalle fattezze simili alla nostra Terra primordiale, anche in previsione di future missioni dedicate”.
La sonda Juno e’ stata lanciata ad agosto 2011 dalla base di Cape Canaveral ed e’ in orbita attorno a Giove dal luglio del 2016. Da allora ha percorso 235 milioni di chilometri. Juno e’ tuttora la sonda in orbita planetaria piu’ distante della NASA, e continuera’ le sue indagini sul pianeta piu’ grande del Sistema solare fino a settembre 2025. Alla fine dell’anno, il 30 dicembre 2023, durante la 57ma orbita attorno a Giove, la sonda Juno effettuera’ il suo passaggio piu’ ravvicinato in assoluto a Io, a una distanza minima di circa 4800 chilometri. Le missioni Europa Clipper della NASA e JUICE di ESA, che opereranno nel sistema di Giove negli anni 2030, non potranno mai avvicinarsi a simili distanze. Sara’ quindi cruciale che Juno possa condurre osservazioni anche con JIRAM durante tutte le prossime opportunita’ previste nel 2023.