Roma, 30 ago. (askanews) – E’ un Leopardi molto diverso da quello che molti hanno conosciuto sui banchi di scuola quello raccontato da Sergio Rubini nella miniserie presentata fuori concorso alla Mostra d’arte Cinematografica di Venezia. “Leopardi il poeta dell’infinito”, interpretato da Leonardo Maltese, racconta la vicenda umana e storica del grande poeta, non solo letterato ma anche filosofo, pensatore politico, uno dei massimi esponenti della cultura italiana di tutti i tempi. “La guida per fare questo Leopardi diverso l’abbiamo ricevuta proprio da Leopardi. – ha spiegato Rubini – E’ stato sempre tirato un po’ per la giacchetta da tanti, l’hanno fatto diventare il poeta pessimista, oppure il poeta patriottico, il poeta eternamente triste. In realtà ha avuto un pensiero molto multiforme, quindi noi abbiamo cercato di raccontare quello che ha scritto.
La miniserie, che andrà in onda su Rai1 a dicembre, parte dalla morte di Leopardi nel 1837 a Napoli. Da quel momento Rubini fa un viaggio nella vita e nella forza rivoluzionaria dei versi del sommo poeta, ragazzo intraprendente, vitale, desideroso di conoscere il mondo e di rapportarsi con le donne. Nonostante gli ostacoli posti dai genitori conservatori e bigotti, interpretati da Alessio Boni e Valentina Cervi, Leopardi si ribella alla famiglia e scrive poesie per la patria affinché i giovani si ribellino contro le tirannie. “Leopardi è stato rivoluzionario perché il suo pensiero è stato spregiudicato, si è inoltrato in territori talmente lontani da perdere anche tracce di Dio ed è stato tacciato di miscredenza. E’ stato un veggente, aveva un grande sospetto verso quella che lui chiamava ‘la società delle macchine’. -ha specificato il regista – Leopardi ci ha insegnato che si può varcare la siepe, quando non la si può varcare basta il pensiero. Ecco, con il pensiero si può raggiungere addirittura l’infinito. Questa è una cosa bellissima che si può regalare ai giovani, no?”