Milano-Cortina, cosa si sa dei reati ipotizzati dalla Procura di Milano – askanews.it

Milano-Cortina, cosa si sa dei reati ipotizzati dalla Procura di Milano

  Indagine su corruzione e turbativa d’asta. Perquisizioni della Finanza
Mag 21, 2024
 

Milano, 21 mag. (askanews) – Corruzione e turbata libertà degli incanti: sono i reati ipotizzati dalla procura di Milano nell’ambito di un’inchiesta che ha portato a una serie di perquisizioni effettuate dai militari della Guardia di Finanza negli uffici della Fondazione Milano-Cortina e in altre società.

Secondo quanto si è appreso da qualificate fonti investigative, sono al momento tre gli indagati nel fascicolo aperto dai magistrati milanesi: nessuno di loro è dirigente o dipendente della Fondazione Milano-Cortina.

Nel mirino dei pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis, titolari dell’inchiestaì coordinata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, sono finite alcune presunte irregolarità negli appalti dei servizi digitali alla Fondazione organizzatrice dei Giochi Olimpici invernali del 2026. Sotto indagine ci sono l’ex amministratore delegato della Fondazione Milano Cortina, Vincenzo Novari, l’ex manager Massimiliano Zuco e l’imprenditore Luca Tomassini.

In particolare, precisa il procuratore Marcello Viola in una nota, l’inchiesta milanese riguarda presunte irregolarità “nelle procedure di affidamento delle prestazioni tecnologiche per le Olimpiadi invernali”. Le indagini “si sono focalizzate sull’aggiudicazione dell’ecosistema digitale e della sicurezza delle infrastrutture informatiche della Fondazione Milano Cortina 2026” e hanno portato alla luce l’esistenza “di un accordo corruttivo tra tre soggetti” (Novari, Zuco e Tomassini) ora “iscritti nel registro degli indagati”.

Secondo la prima ricostruzione degli inquirenti milanesi, le irregolarità riguardano in particolare “procedure adottate per la scelta dei fornitori e degli sponsor tecnologici nonché per l’assunzione di dipendenti della Fondazione”. Così sono scattate perquisizioni della Gdf “nelle province di Milano, Roma, Parma e Terni”, precisa ancora il procuratore di Milano.

Soldi e altre utilità, come una Smart “per compiere atti contrari al proprio ufficio e segnatamente favorire l’affidamento delle gare relative al cosiddetto ecosistema digitale di Fondazione Milano-Cortina”. E’ l’accusa formulata dalla procura di Milano a carico di Vincenzo Novari, ex amministratore delegato della Fondazione organizzatrice dei Giochi Olimpici invernali del 2026, e all’ex manager dell’ente Massimiliano Zuco.

Secondo la ricostruzione dei magistrati milanesi, i due dirigenti dell’ente “ricevevano dall’imprenditore Luca Tomassini somme di denaro e altre utilità (quale l’auto Smart per Zuco, pagata direttamente da Tomassini tramite la società Vetrya fin dal novembre 2019) o comunque ne accettavano la promessa”. Tutto ciò in cambio, si legge nel decreto di perquisizione firmato dai pm, di “successive aggiudicazioni delle stesse a favore di Vetrya ed emissione di fatture da parte di Vetrya e Quibiyt (due società amministrate da Tomassini), nei confronti della Fondazione, per importi complessivamente non inferiori a 1.895.346,60 euro”.

I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra il marzo 2020 e il marzo 2021. Sono alcune informative della Gdf ad aver fatto emergere “sia la concreta estrinsecazione dei rapporti economici di Vetrya spa la Fondazione Milano-Cortina 2026, documentati dalle fatture emesse dalla prima nei confronti della seconda per un importo complessivo di euro 816.859,60 tra il 30 settembre 2020 e il 30 aprile 2022, sia dalla notizia dell’effettiva aggiudicazione da parte di Vetrya, dalla stessa comunicata via ‘Twitter’ in data 15 marzo 2021, della ‘gara’ relativa all’incarico per lo sviluppo dei servizi digitali delle Olimpiadi e Paralimpiadi di Milano Cortina 2026”.

Fu l’imprenditore Luca Tomassini a “sponsorizzare” il manager Massimiliano Zuco per fargli ottenere un posto di lavoro all’interno della Fondazione Milano-Cortina. E’ uno dei particolari che emerge dal decreto che ha portato a una serie di perquisizioni condotte dalla Gdf nella sede dell’ente organizzatore dei Giochi Olimpici invernali de 2026.

Nel mirino dei magistrati milanesi sono finite alcune “conversazioni WhatsApp (risalenti al novembre 2019)”, in cui “Tomassini faceva riferimento a propri pregressi rapporti con Vincenzo Novari, inviando lo screenshot di una conversazione – con il medesimo intrattenuta – a Massimiliano Zuco, in favore del quale Tomassini già riferiva di essere intervenuto al fine di consentirne il proprio inserimento lavorativo nel comitato organizzatore delle Olimpiadi, di prossima costituzione”. Nomina, sottolineano ancora i pm di Milano, che “effettivamente è avvenuta, tramite l’intervento di Novari (amministratore delegato della Fondazione Milano Cortina 2026 dal 09 dicembre 2019), nel ruolo di direttore tecnico dei servizi digitali (“Digital Director” e/o “Cto”)”.

Oltre al “compenso complessivo per Zuco di euro 857.732,00 dal 2020 e il 2022″ al manager fu anche assegnata un'”auto Smart, fin dal novembre 2019, pagata direttamente da Tomassini tramite Vetrya per le ‘cortesie’ fatte ‘ultimamente’ (così si esprime in chat lo stesso Tomassini) e venendo cosi investito da Novari medesimo, dapprima di fatto e successivamente con delega formale, a stipulare contratti ed effettuare affidamenti per conto dell’Ente nell’ambito del settore tecnologico/digitale”.

Secondo i magistrati milanesi, sono sempre le conversazioni WhatsApp a dimostrare “come Tomassini si adoperi in ambito tecnologico sul tema Olimpiadi appena viene reso pubblicamente noto il nominativo di Novarui come Ceo, mentre ancora non era stata costituita la Fondazione (circostanza che avverrà il 09 dicembre 2019, contestualmente alla nomina di Novari come amministratore delegato)”.