Al via in Cina “Wine to Asia”: 520 aziende da 30 Paesi, 120 italiane – askanews.it

Al via in Cina “Wine to Asia”: 520 aziende da 30 Paesi, 120 italiane

Bricolo: in primo trimestre import vino italiano in GBA +4% a valore
Mag 9, 2024

Milano, 9 mag. (askanews) – Con 520 aziende da 30 Paesi, di cui 120 Cantine italiane, inaugura oggi a Shenzen in Cina, “Wine to Asia”, la seconda edizione del Salone internazionale del vino e degli spirits organizzato da Veronafiere-Vinitaly. In calendario fino all’11 maggio al centro espositivo Futian, “Wine to Asia” si posiziona tra le più importanti rassegne di promozione del vino nella Greater Bay Area, il grande hub ad alto tasso di espansione che comprende Hong Kong, Macao e nove città della provincia di Guangdong, tra cui Shenzhen.

Nove le hall espositive in rappresentanza di altrettanti Paesi produttori (Italia, Cina, Serbia, Slovenia, Argentina, Georgia, Uruguay, Messico e Sudafrica), con la delegazione tricolore che si conferma come la più numerosa in una manifestazione di settore in Asia. Infatti, sono 50 le imprese del “padiglione Italia” firmato da Ice Agenzia, mentre le ulteriori 70, tra cui il Consorzio di tutela Franciacorta, sono negli altri spazi della rassegna. A “Wine to Asia”, che attende di bissare gli oltre 15mila buyer provenienti dall’area del Far East, sono presenti anche i quattro principali importatori di vino italiano (Globally, Zefiro, Sarment e Interprocom) e De Longhi con un nuovo format dedicato all’home design. Per quanto riguarda i contenuti, la tre giorni al Convention center offre un cartellone di circa 40 eventi tra seminari, tasting, pop up talk e un programma di masterclass guidate, alternativamente o in combo, dal trio di MW composto da Andrea Lonardi, Cassidy Dart e Julien Boulard, dall’unico Master Sommelier in Cina, Lu Yang, e dal wine educator JC Viens.

“L’adesione delle nostre aziende alla campagna di incoming dall’Italia realizzata dai delegati di Veronafiere e Ice Agenzia dimostra il costante interesse verso quest’area geoeconomica, da considerare ancora come un mercato potenziale. Per questo il presidio risulta oggi ancora più fondamentale alla luce di alcuni segnali di cambiamento, a partire dai risultati delle importazioni di vino italiano nel primo trimestre di quest’anno che tornano in terreno positivo sul fronte del valore con un +4%” ha spiegato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, aggiungendo che “inoltre, crescita del prezzo medio e una maggiore ricerca di prodotti qualitativamente alti e di forte espressività territoriale, specie nel fuoricasa, sono le sentinelle di una possibile inversione di tendenza da cogliere”.

Secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, la Greater Bay Area (Gba) è un’area decisiva per l’import enologico: nel 2023, oltre il 40% degli ordini di vino italiano diretto in Cina e nelle due ex colonie hanno trovato sbocco qui, quota che sale al 64% se si considera l’import cinese complessivo di vino. La sola provincia di Guangdong (circa 80 milioni di abitanti) registra il 25% delle importazioni totali di vino tricolore in Cina. In merito al mercato cinese, Euromonitor stima un incremento al 2027 delle vendite di vini fermi del 3,7%, con crescite sopra media per i rosati e per i rossi, che rappresentano il 76% dei consumi cinesi. Ma la vera scommessa potrebbe rivelarsi, anche nel Dragone, la tipologia spumanti, con un incremento in valore stimato da Euromonitor nel medio periodo del 57%. Un trend positivo che, rileva l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, potrebbe essere già iniziato: nel primo trimestre 2024 l’import di sparkling italiano è cresciuto in valore del 32%, con un’incidenza sul totale delle vendite tricolori in Cina salita all’11%.