Migranti, Pd e Roma Futura: chiudere Cpr a Ponte Galeria – askanews.it

Migranti, Pd e Roma Futura: chiudere Cpr a Ponte Galeria

Converti e Biolghini: numeri inumani
Mag 8, 2024
Roma, 8 mag. (askanews) – Audizione in commissione capitolina Affari sociali della Garante per i detenuti Valentina Calderone, cui è seguita una reazione convergente della presidente dem della commissione Nella Converti, e della vicepresidente di Roma Futura Tiziana Biolghini: il Cpr per migranti di Ponte Galeria va chiuso. La presidente Converti, infatti, ha riportato i numeri “sconvolgenti: nel 2023 oltre 1.100 persone sono state trattenute nel centro, e meno di 1 su 4 è stata rimpatriata, con una media inferiore a quella nazionale. Alla luce di questi dati viene meno il presupposto giuridico del trattenimento ai fini del rimpatrio, potendo constatare che ciò che accade oggi sia più simile a una forma di detenzione, peraltro senza alcun reato e alcuna sentenza, che diventa forma di tortura per le condizioni in cui si svolge”.

Su questo, secondo Converti, “la politica, tutta, dovrebbe oggi interrogarsi. Noi lo stiamo facendo e ringrazio i componenti della commissione per il contributo costruttivo su questo tema. La giustificazione dei Centri di Permanenza e Rimpatrio, di quello di Ponte Galeria e di tutti gli altri in Italia, come strumento di controllo degli ingressi illegali è sbagliata e disumana. E’ necessario intervenire perché questo strumento venga cancellato”. “Continueremo a tenere alta l’attenzione sulla situazione del Cpr di Ponte Galeria – ha continuato Converti – come abbiamo fatto in questi mesi ottenendo di poter visitare la struttura e sollecitando con una mozione in Assemblea capitolina ad un confronto serrato con le Istituzioni che ne hanno la gestione diretta, a partire dal ministero dell’Interno e della Prefettura. Lo facciamo con la consapevolezza che la struttura si trova nel territorio di Roma Capitale e che quindi esiste una responsabilità e un dovere civile e morale di tutti noi amministratori, insieme alle tante associazioni che da tempo si battono nella stessa direzione, di ottenere risposte, il rispetto dei diritti umani, condizioni di vita adeguate, nell’attesa che Ponte Galeria e gli altri Cpr in Italia vengano definitivamente chiusi”, ha concluso Converti.

Il Cpr di Ponte Galeria, secondo Tiziana Biolghini di Roma Futura, “è un inferno che testimonia l’indifferenza che spesso anima le società e la politica nei paesi occidentali. È quanto mai urgente richiedere al Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà di promuovere un incontro con i garanti regionali e locali allo scopo di avviare percorsi finalizzati al superamento e alla chiusura di tutti i Cpr, centri di detenzione amministrativa dove vengono rinchiusi i migranti che approdano sul suolo italiano”. Nel Cpr di Ponte Galeria, ha continuato Biolghini, “sono stati segnalati recentemente almeno sei tentati suicidi e un ragazzo guineano di appena 22 anni, Ousmane Sylla, si è tolto la vita. Inoltre, non dimentichiamo anche un’altra terribile morte, quella del giovane Wissem Abdel Latif, il migrante deceduto il 28 novembre del 2021, mentre era ricoverato in ospedale al San Camillo per presunti disturbi psichici e proveniente proprio dal CPR di Ponte Galeria. I Cpr sono luoghi inumani dove le persone sono private della libertà senza che abbiano commesso alcun reato”.

“Faccio appello a tutte le forze, in particolare a quelle progressiste, che andranno ad eleggere nuovi deputati europei, perché si mobilitino per far cessare tale inumana gestione; perché l’aiuto, l’accoglienza, la cittadinanza e le politiche di sviluppo nei paesi da dove queste persone provengono, siano prerogative Europee e non dei sovranismi a cui la destra si richiama. Infine – conclude Biolghini – non si può non sottolineare l’atteggiamento tenuto dalla destra capitolina che ha irresponsabilmente disertato i lavori della Commissione politiche sociali, oggi svoltasi con la presenza della Garante dei diritti delle persone deprivate della libertà, dimenticando il suo dovere morale e politico nel trovare soluzioni piuttosto che cavalcare demagogicamente tali argomenti in campagna elettorale”.