Ristorazione: arriva “Sistema Gusto”, spin off del gruppo Savini – askanews.it

Ristorazione: arriva “Sistema Gusto”, spin off del gruppo Savini

Il ceo Gatto: “Pronti alla sfida dell’internazionalizzazione”
Mag 6, 2024
Milano, 6 mag. (askanews) – La sfida è ambiziosa: interpretare al meglio di cambiamenti di un settore – la ristorazione – in continua evoluzione e profondamente mutato dopo lo tsunami della pandemia. Così il gruppo Savini, brand riconosciuto a livello internazionale e sinonimo di eccellenza del food Made in Italy, è pronto a lanciare “Sistema Gusto”, spin off aziendale che verrà presentato ufficialmente dal palco di Cibus, il Salone Internazionale dell’Agroalimentare in programma a Parma dal 7 al 10 maggio.

“Sistema Gusto è un azienda che produce semilavorati alimentari, produce 20 famiglie di prodotto, ha una profondità di 20 referenze di prodotto: quindi andiamo dal backery alle basi della pinsa, abbiamo dalla croissanteria ai dessert, sughi, salse e zuppe, tutto in mono porzione, in modo tale che la standardizzazione dell’alta qualità per ogni singola referenza può essere comunque mantenuta indipendentemente dal cambio, dal turn over del personale, dalle competenze della singola persona – spiega ad askanews Sebastian Gatto, ceo del gruppo Savini -. Questo per noi è sicuramente una salvaguardia gestionale, ma soprattutto un fattore fondamentale per la fidelizzazione del cliente”.

“Sistema Gusto” è il frutto di un innovativo modello di business messo a punto dalla famiglia Gatto, che nel 2008 rilevò lo storico ristorante milanese, nel cuore della Galleria Vittorio Emanuele II, dando il via a un processo di crescita ed espansione basato su un sistema centralizzato di produzione

“Questo ci permette diversi benefici – precisa il manager -. Per esempio, scalare la filiera produttiva, non hai più la persona o il fornitore che fa l’ultimo miglio ma vai direttamente negli allevamenti, capitolato della materia prima, standardizzazione della produzione. Ci sono tutta una serie di parametri che ci permette di dire che l’osso buco di Savini può essere mangiato a Savini può essere mangiato non solo a Milano ma anche in altre location che abbiamo intenzione di aprire”.

Sì, perchè l’altra sfida da vincere è quella dell’internazionalizzazione: “Devi andare a concorrere in altri mercati per rafforzare anche la tua immagine in Italia – sottolinea ancora Gatto -. Sicuramente il mercato del Medio Oriente come ponte per l’Asia, il mercato ovviamente degli Stati Uniti e di Londra sono il filone conduttore dell’espansione, con un occhio particolare anche alla Turchia, sempre di più ponte tra l’Occidente e l’Oriente, un melting pot di culture, religioni, di usanze e di costumi. Ecco sicuramente poi è anche difficile capire effettivamente quanto mantenere l’identità del proprio know out, delle proprie ricette e della propria cultura, e quanto andarlo a mixare con le culture locali”.

Una sfida non soltanto imprenditoriale: “Noi spesso diciamo che la cucina italiana è la migliore del mondo, siamo anche un po’ patriottici. Ma quando servi persone, culture e religioni da tutto il mondo, devi avere un’identità culinaria milanese, mediterranea, ma capire che le esigenze di un pubblico internazionale non possono essere trascurate – evidenzia il ceo del gruppo Savini -. La sfida è una sfida sicuramente di business, di conto economico, di numeri finanziari, ma è una sfida anche culturale, che non è semplice comunque vincere, però ci daremo da fare”.