Roma, 16 feb. (askanews) – Euroclear, il gruppo che svolge la funzione di depositario centrale in Europa lancia un chiaro monito contro l’ipotesi di utilizzare i titoli sequestrati alla Russia come garanzie per l’emissione di debito con cui finanziare l’Ucraina:: “sarebbe come una confisca indiretta” e sui mercati avrebbe “lo stesso effetto” di una confisca. Lo spiega l’amministratore delegato del gruppo, Lieve Mostrey in una intervista al Financial Times, mettendo in guardia sul rischio che una mossa di questo genere metterebbe a repentaglio la reputazione di tutta l’Ue come mercato in cui depositare valore.
Il quotidiano spiega che l’ipotesi di effettuare una manovra spericolata di questo genere è stata ventilata dal Belgio, il paese che la presidenza di turno dell’Ue, per cercare di venire incontro alle pressioni degli Stati Uniti (che intanto ancora non hanno approvato il loro pacchetto gli aiuti Kiev).
Euroclear detiene la parte più consistente, 191 miliardi dei 260 miliardi di dollari di titoli internazionali che sono stati stati congelati alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina.
Secondo il quotidiano finanziario, Germania, Francia, Italia e la Bce si sono opposte all’ipotesi di usare gli asset russi come garanzia per l’emissione di debito, rilevando che essendo titoli pubblici sono soggetti a particolari tutele dalle normative internazionali e che muoversi in tal senso potrebbe minare la fiducia nell’euro, creando l’idea che i depositi nell’area non sarebbero sicuri.
“Dobbiamo stare molto attenti alla attrattività dell’euro e delle capitali internazionali per gli investitori”, ha det Mostrey. “Usare titoli congelati che non ti appartengono come collaterale è molto simile a una confisca indiretta o a un impegno a confiscare in futuro, che per gli effetti sul mercato equivale esattamente a una confisca diretta.Non vediamo come la banca centrale russa possa accettarlo. Sono fiducioso che alla fine la prudenza e il buon senso prevarranno”.