Esa, il satellite ERS-2 sta per rientrare nell’atmosfera terrestre – askanews.it

Esa, il satellite ERS-2 sta per rientrare nell’atmosfera terrestre

Lanciato nel 1995 è stato pioniere nell’Osservazione della Terra
Feb 7, 2024

Roma, 7 feb. (askanews) – Il satellite europeo di telerilevamento ERS-2, dopo 16 anni di onorato servizio, si appresta a rientrare nell’atmosfera terrestre e disintegrarsi in gran parte, seguito nel suo percorso dall’Agenzia spaziale europea che nel 2011 ne ha decretato la fine operativa iniziando un processo di abbassamento dell’orbita in vista del rientro in atmosfera che l’Esa stima possa avvenire intorno al 19 febbraio.

ERS-2 è stato lanciato nel 1995 in seguito al satellite gemello ERS-1, lanciato quattro anni prima. Al momento del lancio, i due satelliti ERS erano tra i più sofisticati satelliti di osservazione della Terra mai sviluppati. Entrambi i satelliti – informa l’Esa – trasportavano un impressionante pacchetto di strumenti tra cui un radar ad apertura sintetica per immagini, un altimetro radar e altri potenti sensori per misurare la temperatura della superficie oceanica e i venti sul mare. ERS-2 aveva anche un sensore aggiuntivo per misurare l’ozono atmosferico.

Questi rivoluzionari satelliti dell’Esa hanno raccolto una quantità di dati sul ghiaccio polare in diminuzione, sul cambiamento delle superfici terrestri, sull’innalzamento del livello del mare, sul riscaldamento degli oceani e sulla chimica atmosferica. Inoltre, sono stati chiamati a monitorare disastri naturali come gravi inondazioni e terremoti in remote parti del mondo.

Le varie tecnologie pionieristiche utilizzate nel satellite ERS hanno posto le basi per missioni successive come la missione Envisat, i satelliti meteorologici MetOp, l’odierna famiglia di missioni di ricerca scientifica Earth Explorer e le Sentinelle Copernicus e molte altre missioni satellitari nazionali, aprendo la strada alle osservazioni di routine che vengono effettuate oggi. Ad esempio, il radar ERS è stato il precursore del radar nell’odierna missione Copernicus Sentinel-1, il suo altimetro radar ha fornito al sensore della missione Earth Explorer CryoSat l’eredità per mappare i cambiamenti nello spessore del ghiaccio e il radiometro ERS continua a vivere nella versione evoluta imbarcata su Copernicus Sentinel-3. Il Global Ozone Monitoring Experiment (GOME) di ERS-2 è stato il precursore di SCIAMACHY su Envisat e GOME-2 su MetOp.

Quando è stato lanciato ERS-2, la nozione di cambiamento climatico era molto meno conosciuta e compresa di oggi, – osserva Esa – ma le missioni ERS hanno fornito agli scienziati i dati che ci hanno aiutato a iniziare a comprendere l’impatto che gli esseri umani stanno avendo sul pianeta. Migliaia di articoli scientifici sono stati pubblicati sulla base dei dati ERS, e grazie al programma spaziale Heritage di EsA, che garantisce che i dati dei satelliti ora inattivi continuino ad essere migliorati e utilizzati, emergeranno ancora ulteriori scoperte sul cambiamenti del nostro pianeta e sui rischi che corriamo.

ERS-2 era ancora in funzione quando l’Agenzia spaziale europea dichiarò completata la missione nel 2011 e successivamente iniziò ad abbassare la sua altitudine da circa 785 km a 573 km per ridurre al minimo il rischio di collisione con altri satelliti a dimostrazione del forte impegno dell’Agenzia per ridurre i detriti spaziali. Dopo 13 anni di decadimento orbitale, guidato principalmente dall’attività solare, il satellite ora rientrerà naturalmente nell’atmosfera terrestre. Questo dovrebbe avvenire intorno alla metà di febbraio, con previsioni che saranno sempre più precise man mano che ci si avvicina al rientro. L’Ufficio Esa per il monitoraggio e controllo dei “detriti spaziali” sta, ovviamente, monitorando molto da vicino il decadimento dell’orbita del satellite di ERS-2 in coordinamento con diversi partner internazionali e fornirà aggiornamenti regolari nei giorni che precedono il rientro sia sulla pagina delle previsioni di rientro dell’Esa che sul blog Rocket Science.

(Credits: ESA)