Leo Gassmann torna a Sanremo con "Califano", il suo primo film tv – askanews.it

Leo Gassmann torna a Sanremo con "Califano", il suo primo film tv

L’11 febbraio su Rai1 la storia di vent’anni di vita del cantutore
Gen 26, 2024
Roma, 26 gen. (askanews) – Tornerà sul palco di Sanremo ma nelle vesti del “Califfo” Leo Gassmann, interpretare del film tv “Califano” diretto da Alessandro Angelini, in onda l’11 febbraio su Rai1. E’ la prima volta che il musicista si cimenta con l’arte di famiglia, la recitazione, lo fa con un ruolo non facile ma il risultato è di altissimo livello e lui d’ora in poi vorrebbe portare avanti entrambe le carriere.

Il film racconta la storia di un giovane Califano, dagli anni della Dolce vita alla metà degli anni Ottanta. Una storia di vent’anni, fatta di successi e cadute, di solitudine e grande celebrità e di una costante ricerca di libertà, come spiega il regista: “Leo è stato bravissimo a trovare un equilibrio. Questa ricerca di libertà sconfinata, come sempre abbiamo detto, e al tempo stesso anche gli occhi di chi vuole vivere, prende a grandi morsi la vita perché vuole ottenere delle cose e al tempo stesso l’animo graffiato del bambino chiuso in collegio che non ha avuto tutti gli agi”.

Nel film si racconta un Califano meno conosciuto: il giovane autore di poesie, il gruppo di amici che non ha mai perso, l’incontro con la moglie e la nascita della sua unica figlia, l’amicizia-sodalizio con Edoardo Vianello, e poi gli anni a Milano in cui inizia a scrivere canzoni per altri, l’amore per Mita Medici, l’uso di droga, gli arresti.

“Gli ultimi anni di Califano sono stati quelli in cui lui ha partecipato a dei reality, le ospitate televisive, le imitazioni di Fiorello lo hanno reso un personaggio quasi caricaturale. Lui giocava un po’ con questa sua figura ma il vero califano era quello dei suoi primi anni, quello che l’ha reso un grandissimo paroliere, per Mina, per la Vanoni, e poi un grandissimo cantautore delle sue canzoni, dei suoi testi inimitabili. Ha usato il dialetto romano, è stato un po’ il poeta dell’immediatezza”.