Roma, 6 dic. (askanews) – Al grido di “vergogna” la Camera ha approvato la proposta di legge sul salario minimo con 153 voti a favore, 118 contrari e 3 astenuti, una proposta che affida al Governo la delega per un’equa retribuzione.
Il testo, presentato mesi fa dalle opposizioni, che faceva riferimento a un salario minimo di 9 euro l’ora, è stato messo da parte e per questo martedì i partiti di opposizione hanno ritirato la propria firma dal provvedimento. La tensione si è sentita anche oggi nell’emiciclo della Camera con il presidente di turno Fabio Rampelli costretto a sospendere i lavori per alcuni minuti prima del voto del provvedimento che ora passa all’esame del Senato.
Alla Camera la segretaria del Pd Elly Schlein ha accusato il governo Meloni di essersi messo “dalla parte degli sfruttatori e non degli sfruttati”:
“Il Governo Meloni ci deve spiegare che cosa ha contro i poveri cosa vi hanno fatto, perché vi accanite contro di loro da quando siete arrivati”, ha detto nel suo intervento in aula.
“Avete scelto l’insulto al Parlamento e avrete la rabbia di milioni di italiani che vedono calpestata la loro dignità. Per tutto questo non dovete giustificarvi qui dentro, in Parlamento, ma dovete giustificarvi là fuori”.
Pronta la replica di Fratelli d’Italia con il deputato Walter Rizzetto: “Per 12 anni avete sputato continuamente in faccia non solo ai lavoratori e ai vostri elettori, ma addirittura votando i licenziamenti collettivi. Questa è la sinistra del vostro paese, andando poi a celebrare il rinnovo del contratto della vigilanza privata a 5 euro l’ora, Landini è il vostro capo”.
Molti deputati del Pd e delle altre opposizioni hanno mostrato in Aula cartelli di protesta con le scritte “Sfruttamento legalizzato”, “Salario minimo negato”, “Non in nostro nome”. Sinistra italiana ha voltato le spalle in aula per simboleggiare il governo che volta le spalle ai lavoratori.