Salario minimo, Conte: Meloni e Brunetta vogliono affossarlo – askanews.it

Salario minimo, Conte: Meloni e Brunetta vogliono affossarlo

Giochini da vecchia politica. Domenica 8 firma day ai banchetti M5S
Ott 5, 2023

Roma, 5 ott. (askanews) – Quello che si sta consumando è il “delitto perfetto contro il salario minimo legale”: lo sostiene il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, in un post sui suoi canali social.

“Meloni ad agosto – ricorda Conte – ha convocato le opposizioni a Palazzo Chigi e dalla riunione sono emerse due cose: a) lei non sa cosa fare per gli stipendi troppo bassi; b) il salario minimo legale a 9 euro l’ora non le piace. Il tutto condito da palesi falsità sulla bontà della misura. Insomma, non aveva le idee chiare e ha preferito rinviare tutte le valutazioni sul salario minimo al Cnel di Brunetta, lasciando il Parlamento in panchina”.

“Meloni – afferma ancora l’ex premier – ha spedito il pallone in tribuna e ora ci pensa il Cnel di Brunetta a bucarlo. È evidente che vogliono affossare il salario minimo e lasciare l’Italia nella lista dei 5 Paesi europei su 27 senza questa misura di civiltà. Vogliamo restare a guardare questi giochini da vecchia politica o vogliamo tenere aperta questa partita? Domenica scendiamo in campo con un ‘Firma Day’ per sostenere la proposta per istituire un salario minimo in Italia. Ci saranno banchetti in tutta Italia per ricordare a gran voce a Meloni che non si voltano le spalle ai lavoratori sottopagati. Invito anche gli elettori del centrodestra che hanno a cuore il problema degli stipendi da fame a firmare per far cambiare idea alla presidente del Consiglio”.

“Noi – garantisce il leader del M5S – continueremo a portare questa voce, forte, in Parlamento e nel Paese. Il Movimento 5 stelle ha iniziato la sua battaglia per un salario minimo legale 10 anni fa: in questo periodo abbiamo convinto tutte le forze di opposizione – anche quelle più riluttanti – della bontà della proposta. Non ci arrenderemo – conclude Conte – solo perché Meloni o Brunetta dicono no a un provvedimento che migliorerebbe la vita di milioni di lavoratrici e lavoratori”.