Roma, 4 ott. (askanews) – Lavorare sui temi di Diversity, Equity & Inclusion (DE&I) significa in primo luogo rispondere all’appello a “non lasciare nessuno indietro” lanciato dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e ai Principi del Global Compact delle Nazioni Unite che riguardano i diritti umani e i diritti di lavoratori e lavoratrici. È questa una delle motivazioni che spingono le aziende a formalizzare e adottare politiche di inclusione sociale per i dipendenti. Se ne è parlato al Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale, a Milano, durante la presentazione delle nuove linee guida “Come sviluppare una policy Diversity, Equity & Inclusion” elaborate dall’Osservatorio D&I del Network italiano del Global Compact delle Nazioni Unite, la più grande iniziativa di sostenibilità d’impresa al mondo.
Il documento, realizzato in collaborazione con l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), l’Associazione Italiana per la Direzione del Personale (AIDP) e le aziende aderenti a UNGC partecipanti all’Osservatorio, presenta le principali tendenze sulla DE&I in azienda e condivide raccomandazioni utili per la redazione di una policy da parte delle organizzazioni, dal punto di vista dei processi, del contenuto nonché dei ruoli e responsabilità correlati all’implementazione della stessa. Le linee guida raccolgono, inoltre, una serie di buone pratiche aziendali focalizzate su strategie, politiche e progetti di DE&I. Le realtà che hanno contribuito sono Vector Spa, Gruppo FS, Enel, TELT, Gruppo Edison, Gruppo Mediobanca, Feralpi Group, A2A, Zobele Group, UniCredit e Leonardo.
“L’obiettivo principale di una policy di Diversity, Equity & Inclusion è quello di creare un ambiente di lavoro in cui tutte le persone si sentano rispettate, valorizzate e abbiano pari opportunità di crescita e sviluppo – ha dichiarato Daniela Bernacchi, Executive Director, UN Global Compact Network Italia. I risultati di questa strategia sono evidenti e diversi studi confermano che gli investimenti in politiche di DE&I fanno crescere la competitività, attraggono talenti e investitori favorendo l’innovazione in azienda”.
“Al livello normativo, l’Italia ha fatto importanti passi avanti in modo particolare sul fronte della parità di genere con la legge 162/2021, che rafforza la tutela delle differenze di genere in ambito lavorativo, e la Prassi di Riferimento UNI/PdR 125:2022, che definisce i parametri minimi per ottenere la certificazione della parità di genere”, ha proseguito Daniela Bernacchi. “Ci sono, inoltre, due recenti direttive europee molto rilevanti nell’ambito DE&I. Rivolgiamo un appello alle istituzioni affinché, anche l’Italia, ratifichi al più presto queste norme che potrebbero giocare un ruolo determinante per offrire un quadro di riferimento più ampio agli impegni assunti dalle aziende”.
La Direttiva UE 2023/970 è volta a rafforzare l’applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso la trasparenza retributiva e i relativi meccanismi di applicazione. La Direttiva UE 2022/2464, nota come Direttiva sulla rendicontazione societaria di sostenibilità (CSRD), introduce inoltre obblighi di rendicontazione non finanziaria, garantendo che grandi imprese e PMI quotate siano tenute a comunicare informazioni in merito alle questioni di sostenibilità, tra cui i diritti umani, sociali e i fattori di governance.
All’evento, aperto da Marco Frey (Presidente, UN Global Compact Network Italia), hanno preso parte Cynthia Muffuh (Head of Human Rights and Gender dell’UN Global Compact), Gianni Rosas (Direttore dell’Ufficio Italia e San Marino dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro). Sono state, inoltre, presentate le esperienze sulla D&I di due delle aziende aderenti al gruppo di lavoro: UniCredit con Sara Gay, Head of Group Diversity, Equity & Inclusion e Ferrovie dello Stato Italiane con Paola Longobardo, Head of People Care.