La Commissione Ue propone nuove norme contro i ritardi dei pagamenti alle piccole e medie imprese – askanews.it

La Commissione Ue propone nuove norme contro i ritardi dei pagamenti alle piccole e medie imprese

Limite 30 giorni; semplificata fiscalità per Pmi transfrontaliere
Set 12, 2023

Strasburgo, 12 set. (askanews) – La Commissione europea ha presentato questo pomeriggio a Strasburgo una serie di iniziative per rispondere alle esigenze delle piccole e medie imprese (Pmi), che rappresentano il 99% delle aziende nell’economia dell’Ue, e che sono “motori essenziali delle transizioni verde e digitale dell’Europa, ma continuano ad affrontare imprevedibilità e volatilità a causa di una serie di crisi negli ultimi anni”, come afferma l’Esecutivo comunitario in una nota.

Le iniziativa più importanti del pacchetto, che hanno natura legislativa, sono la proposta di regolamento sui ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali e la proposta di direttiva che istituisce un “sistema fiscale delle sedi centrali” per le Pmi a carattere transfrontaliero. Le altre iniziative mirano a potenziare ulteriormente l’accesso delle Pmi ai finanziamenti, a migliorare il contesto imprenditoriale e a sostenere la crescita delle Pmi a media capitalizzazione, affinché possano sfruttare appieno il loro potenziale economico.

Il nuovo Regolamento Ue sulla lotta ai ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali abroga e sostituisce la Direttiva del 2011 sui ritardi di pagamento, che non è stata abbastanza efficace a causa delle molte deroghe che prevedeva. I ritardi di pagamento (spesso da parte delle Pubbliche Amministrazioni nei confronti delle aziende fornitrici di beni e servizi) sono “una pratica sleale che compromette il flusso di cassa delle Pmi e ostacola la competitività e la resilienza delle catene di fornitura”, ricorda la Commissione nella sua nota.

La nuova proposta (che essendo un regolamento è direttamente applicabile in tutti gli Stati membri, senza dover essere trasposta nel diritto nazionale attraverso una legge ad hoc, come avviene invece con le direttive) mantiene il limite massimo di pagamento di 30 giorni, già prevista dalle norme in vigore, ma elimina le ambiguità, con molte possibilità di deroghe (fino a 120 giorni), e colma le lacune giuridiche dell’attuale direttiva. Con le nuove norme, una deroga di 30 giorni al massimo sarà permessa solo in situazioni in cui sia “necessaria a causa della natura speciale del contratto” La nuova proposta garantisce inoltre il pagamento automatico degli interessi e delle compensazioni maturati in caso di ritardo e introduce nuove misure di esecuzione e di ricorso per tutelare le imprese dai cattivi pagatori.

“Non devo ricordare – ha detto in italiano il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, in conferenza stampa oggi a Strasburgo – quanto importante il sistema delle Pmi per l’economia italiana; tra le economie europee è forse tra quelle in cui questa realtà è più determinante. E’ chiaro che si tratta di una sfida per tutti i paesi europei, compresa l’Italia: rispettare tempi stringenti ed evitare ritardi di pagamenti”.

“Penso – ha aggiunto Gentiloni – che sia una sfida condivisa dal punto di vista politico-culturale nel nostro paese, e penso che bisognerà attrezzarsi discutendo anche con le autorità europee per rendere – ha concluso – l’attuazione di questo regolamento credibile e praticabile”. L’altra proposta, la direttiva sul sistema fiscale della sede centrale per le Pmi, darà alle imprese che operano a livello transfrontaliero attraverso stabili organizzazioni la possibilità di interagire con una sola amministrazione fiscale, quella della sede centrale, invece di dover conformarsi a più sistemi fiscali.

Secondo la Commissione, questa direttiva aumenterà la certezza e l’equità fiscale, e ridurrà i costi di conformità e le distorsioni del mercato che influenzano le decisioni aziendali, riducendo al minimo il rischio di doppia imposizione e di controversie fiscali.

La prevista diminuzione dei costi di adeguamento dovrebbe, in particolare, favorire gli investimenti e l’espansione transfrontaliera nell’Ue, afferma la Commissione, perché “le Pmi che operano in diversi Stati membri saranno in grado di massimizzare pienamente la libertà di stabilimento e la libera circolazione dei capitali senza essere ostacolate da inutili ostacoli di natura fiscale”.