Roma, 4 set. (askanews) – “Nel nostro paese il livello di conoscenza è basso: il numero di laureati è ai minimi tra i paesi Ocse, abbiamo un ritardo nella scuola e una struttura produttiva che non è sufficiente”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenendo lunedì 4 settembre nell’ambito di un incontro con la comunità scientifica regionale al Castello di Miramare. “L’Italia ha molto da recuperare – ha proseguito – ma questo significa anche che abbiamo molto spazio per crescere”.
Rivolgendosi a una nutrita platea di studenti, ricercatori, docenti e direttori di una quindicina tra istituti di ricerca, università e centri per il trasferimento tecnologico, Visco ha avuto parole di grande apprezzamento per il sistema della ricerca e dell’innovazione del Friuli Venezia Giulia, osservando che “il clima di cooperazione e condivisione della conoscenza, reso possibile dallo sviluppo tecnologico e dall’apertura alla dimensione internazionale, fa della Regione una felice eccezione nel panorama nazionale”.
Il discorso del Governatore è stato preceduto da una serie di testimonianze a cura di alcune delle eccellenze scientifiche e accademiche del Friuli Venezia Giulia. Andrea Romanino, riporta una nota, direttore della Sissa, ha ricordato come a Trieste il numero di ricercatori per abitanti sia il più alto d’Italia, evidenziando l’esistenza di un sistema votato all’innovazione, tecnologica ma anche accademica: “Qui è nato il primo dottorato in Italia, qui è nata la prima rivista elettronica al mondo”, ha ricordato, sottolineando come questo slancio culturale sia trasversale alla popolazione e alle imprese, e sia sostenuto e coltivato dalle istituzioni.
Gli ha fatto eco Roberto Di Lenarda, rettore dell’Università di Trieste, il quale si è soffermato sull’importanza di agire in modo coordinato a livello di sistema: gli effetti dell’innovazione, ha ricordato, si vedono spesso a distanza di generazioni, e proprio per questo è importante affrontare al più presto questioni cruciali come il divario di genere, il soffitto di cristallo e le carenze infrastrutturali, adottando un approccio multidisciplinare fondato sull’integrazione dei saperi.
Anche Roberto Pinton, rettore dell’Università di Udine, ha evidenziato la propensione della Regione all’innovazione e alla condivisione della conoscenza: un’attitudine testimoniata non solo dal gran numero di centri di ricerca – accademica e non – ma anche dalla straordinaria reputazione di cui godono a livello internazionale. Una reputazione sostenuta tra l’altro, ha sottolineato, dalla capacità di espandere gli ambiti di interesse e ricerca, partendo – come nel caso dell’Università di Udine – dalla tutela dei beni culturali per arrivare ad ambiti pionieristici come le biotecnologie e l’etica dell’intelligenza artificiale.
La presidente di Area Science Park Caterina Petrillo ha quindi offerto la prospettiva, diversa e complementare rispetto a quella delle università, di un centro specializzato nella traduzione della ricerca di base in prodotti utili per la società. La missione di sostenere il trasferimento tecnologico, visionaria fino a pochi decenni fa, si è dimostrata in Friuli Venezia Giulia perfettamente sostenibile, in una dimensione sia nazionale che internazionale. Oggi, ha proseguito, questa stessa vocazione trova realizzazione nella ricerca di frontiera in ambiti come le scienze della vita e dei materiali.
Allo scambio di testimonianze ed esperienze, che ha coinvolto anche altri esponenti della comunità scientifica, sono intervenuti anche Andreina Contessa, direttrice del Museo Storico e del Parco del Castello di Miramare, e Marco Martella, Direttore della Sede di Trieste della Banca d’Italia.