Lampedusa, 10 ago. (askanews) – “Save the Children ha incontrato i sopravvissuti dell’ultimo naufragio, tre dei quali sono sono minori, per fornire informazioni, per ascoltare i loro bisogni e dare anche rassicurazioni. Questa drammatica vicenda, purtroppo, è l’ultima di una serie di tragedie che si sono susseguite quest’anno; da Cutro, alla Grecia, alle continue notizie che, purtroppo, arrivano dal Mediterraneo. Troppe persone perdono la vita in mare, uomini, donne bambini, nel tentativo di raggiungere il sogno di un futuro possibile. Si calcola che siano circa 2mila le persone morte o disperse nel Mediterraneo dall’inizio dell’anno, questo è inaccettabile però è anche evitabile. Save the Children chiede un’assunzione di responsabilità all’Italia e agli Stati membri dell’Unione Europea per l’attivazione di un sistema di Ricerca e Soccorso nel Mediterraneo; un sistema coordinato e strutturato per salvare vite in mare e per l’apertura di canali d’ingresso legali e sicuri in Europa”.
Così ad askanews, Giovanna Di Benedetto, portavoce dell’associazione umanitaria Save the Children, commmentando l’ultimo, tragico, naufragio avvenuto al largo di Lampedusa, in Sicilia, con la morte di 41 migranti; solo quattro i sopravvissuti, di cui tre minorenni (due ragazzi e una ragazza), sbarcati sull’isola nella mattinata del 9 agosto 2023 e, immediatamente, affidati alle cure dei sanitari nell’hot spot di Contrada Imbriacola, gestito dalla Croce Rossa Italiana.