Export vino I trimestre, volumi piatti. Rossi ancora in discesa – askanews.it

Export vino I trimestre, volumi piatti. Rossi ancora in discesa

Dati Uiv-Ismea-Vinitaly: valori a +3,8%. In contrazione Dop e Igp
Giu 14, 2023

Roma, 14 giu. (askanews) – Export di vino stabile nel primo trimestre dell’anno, con volumi piatti (+0,1%) e una performance tendenziale in valore a +3,8% (1,8 miliardi di euro). Ancora in calo i vini rossi, contrazione per Dop e Igp, e a tenere a galla il mercato sul fronte dei volumi commercializzati è la fascia dei vini low cost: la vendita del vino sfuso mette a segno un +13,4% e quella dei vini comuni +12,8%. Il quadro sulle vendite di vino italiano all’estero è fatto dall’Osservatorio Uiv-Ismea-Vinitaly, che ha elaborato gli ultimi dati Istat sul commercio estero.

Nonostante l’exploit di vendite, il vino sfuso registra però una forte contrazione dei listini (-9,2%). In sofferenza, sempre nei volumi, i prodotti bandiera del made in Italy, a partire dai vini fermi Dop imbottigliati, che si scendono del -5,3% (+2,5% il valore) con i rossi a -6,6%. Giù anche gli Igp (-2,5%), dove la crescita dei bianchi (+8,3%) non è bastata calmierare la perdita dei rossi (-7,5%) e dove il segno rosso si evidenzia anche nei valori. Tra le tipologie, si conferma l’avvio difficile per gli spumanti (-3,2% volume e +7,3% valore), complice la contrazione dei volumi esportati di Prosecco (-5,5%), mentre prosegue la buona stagione dell’Asti Spumante (+9,1%) e degli sparkling comuni (+4,4%).

“In questo primo trimestre – spiega il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti – la coperta troppo corta è sempre più evidente: la crescita in valore è infatti insufficiente per far fronte al surplus di costi dettato da materie prime ed energetici, che influisce per circa il 12% su un prezzo medio aumentato di appena il 3,7%”.

Restano sul campo “le notevoli difficoltà dei rossi, in particolare quelli Dop e Igp – analizza Castelletti – a cui si aggiunge la battuta d’arresto dello spumante. Più in generale, l’attuale congiuntura impone alla domanda scelte low cost, e per questo in termini volumici fanno meglio prodotti base che hanno ritoccato poco i listini. Ma a che prezzo?”.