Baratuciat: una giornata per riscoprire l’antico vitigno piemontese – askanews.it

Baratuciat: una giornata per riscoprire l’antico vitigno piemontese

Il 23 luglio degustazioni e masterclass al Castello di Camino
Giu 13, 2023

Milano, 13 giu. (askanews) – Una giornata intera dedicata al Baratuciat, un antico e raro vitigno a bacca bianca un tempo coltivato in Valle di Susa: accadrà domenica 23 luglio al Castello di Camino, nell’Alessandrino nel corso di un’iniziativa intitolata “Baratuciat, vitigno in cam(m)ino tra Valsusa, Langhe e Monferrato”.

La giornata si aprirà alle 10,30 con una breve presentazione del Baratuciat, della sua storia e delle sue caratteristiche. Seguirà una masterclass guidata dall’enologo Gianpiero Gerbi dedicata a tutte le sue diverse tipologie (spumante, bianco fermo, passito) e sfumature, legate soprattutto ai differenti territori di coltivazione: Valsusa, Monferrato e Langhe. Dalle 12 alle 19 banco di assaggio nel salone delle feste del castello, con la possibilità di abbinare ai vini uno spuntino monferrino, che si potrà consumare sulla terrazza del castello.

Gli studi (e i testi) sul Baratuciat sono stati condotti dagli ampelografi piemontesi Anna Schneider e Stefano Raimondi (IPSP-CNR) che hanno trovato riferimenti storici locali, risalenti alla fine del 1.800, per un “Berlon ‘d ciat bianco”. La prova della sua presenza nell’area compresa tra la Bassa Valle di Susa e la pianura limitrofa è rappresentata da un documento redatto dalla Commissione ampelografica della Provincia di Torino inserito nel “Bullettino Ampelografico” del 1877, dove al fascicolo VIII viene citato un vitigno indicato come “Berlon ‘d ciat bianco”, presente in piccole proporzioni nel comune di Villarbasse. Attualmente il vitigno si ritrova in ceppi sparsi nei vecchi vigneti dei comuni di Villarbasse, Buttigliera e Almese ed è stato oggetto di un lavoro di studio e caratterizzazione sia agronomica che enologica. L’analisi con marcatori molecolari del DNA non ha evidenziato alcuna corrispondenza genetica con altri vitigni dell’Italia Nord Occidentale. Una certa vicinanza genetica è invece emersa tra Baratuciàt e Cascarolo, un vecchio vitigno di uva bianca che pare geneticamente importante per l’evoluzione dell’assortimento varietale piemontese.

Il Baratuciàt, vitigno dal precoce ciclo vegeto-produttivo, presenta un elevato vigore e una produttività media, ed è piuttosto resistente alle principali patologie fungine. La sua uva è dotata di una spiccata acidità, con un profumo intenso con note prevalenti di mela verde e ananas, e sentori di eucalipto e fieno. In bocca risulta di struttura importante, equilibrato e con buona dotazione acida.