Roma, 18 apr. (askanews) – “A sei anni dal sisma del Centro Italia, la popolazione residente nell’area del cratere è significativamente diminuita”. Lo rileva uno studio pubblicato dalla Banca d’Italia, nella collana “Questioni di economia e finanza”, che ha cercato di analizzare gli effetti diretti e indiretti del terremoto del 2016 sulla dinamica della popolazione dei comuni colpiti tra Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria.
“I risultati – si legge – suggeriscono che il sisma ha significativamente accentuato il calo demografico; l’effetto medio stimato corrisponde a quasi due quinti della contrazione complessivamente osservata. L’impatto risulta statisticamente significativo in tutta l’area, seppure con un’intensità eterogenea, più severa per i territori con i maggiori danneggiamenti”.
L’analisi ricord che con il termine “Sisma del Centro Italia” si fa riferimento allo sciame sismico che ha colpito territori ricompresi tra Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, con scosse di intensità particolarmente elevata il 24 agosto 2016 (magnitudo Richter massima 6,0), il 26 ottobre 2016 (5,9), il 30 ottobre 2016 (6,5) e il 18 gennaio 2017 (5,5).
L’effetto demografico “è stato guidato dal peggioramento dei saldi migratori, soprattutto quello interno. Vi si è associato un aumento della quota di popolazione di età più elevata”, aggiunge lo studio (intitolato “L’effetto del sisma del Centro Italia sullo spopolamento dei territori colpiti”).
L’analisi si basa sul confronto tra l’andamento della popolazione residente nei comuni del cratere sismico e quella di un gruppo di comuni simili, per caratteristiche geo-morfologiche e di urbanizzazione, che non sono stati interessati dall’evento. “L’impatto, statisticamente significativo in tutta l’area, è risultato più severo per i territori maggiormente danneggiati”.