Roma, 18 apr. (askanews) – Un riscladamento climatico moderato da qui al 2023 avrebbe un effetto “pressoché nullo o positivo” per tutte e tre le principali colture in Italia. E’ la stima di uno studio pubblicato nella collana “Questioni di economia e finanza” della Banca d”Italia (un Occasional paper intitolato “Il cambiamento climatico e l’agricoltura italiana: evidenza da shock metereologici”).
L’analisi avverte tuttavia come sia “plausibile” che gli ulteriori aumenti delle temperature attesi nelle decadi successive (o prima, qualora le previsioni climatiche utilizzate si rivelassero troppo ottimistiche) determinino “effetti complessivamente negativi”.
Il lavoro stima l’effetto degli shock metereologici sulla produzione agricola in Italia e quantifica gli effetti a livello nazionale e provinciale che uno scenario climatico di riscaldamento moderato avrebbe nel 2030. Lo studio, si legge, si concentra su tre dei principali prodotti agricoli italiani (mais, grano duro e vite da vino), tra loro eterogenei in termini di zona di produzione, stagione vegetativa ed esigenze climatiche.
“La relazione fra resa e temperatura è non-lineare: positiva fino a una data soglia (circa 28° per i cereali e 32° per la vite) e negativa oltre – spiega l’analisi -. Le stime, combinate alle proiezioni climatiche, implicano che l’effetto medio sul territorio nazionale nel 2030 sarà pressoché nullo o positivo per tutte e tre le colture. È tuttavia plausibile che gli ulteriori aumenti delle temperature attesi nelle decadi successive (o prima, qualora le previsioni climatiche utilizzate si rivelassero troppo ottimistiche) determinino effetti complessivamente negativi”.