Usa, Gb e Australia li rimuovono dagli uffici: “Ragioni di sicurezza”
Roma, 14 feb. (askanews) – Telecamere di sorveglianza e droni cinesi sempre piu’ nel mirino della comunita’ occidentale, che dopo la scoperta di presunti palloni spia di Pechino teme di esporre siti e dati sensibili a una possibile attivita’ di intelligence della Repubblica popolare. Cosi’, dopo i timori – e i provvedimenti – di Stati Uniti e Regno Unito sugli strumenti di sorveglianza di fabbricazione cinese utilizzati in uffici e siti governativi, anche l’Australia ha deciso di eliminare la tecnologia di Pechino in uso nel Paese. Decine di telecamere di sorveglianza cinesi saranno infatti rimosse da tutti gli uffici politici australiani per ragioni di sicurezza, hanno annunciato le autorita’ di Canberra, confermando quanto gia’ anticipato dal ministero della Difesa locale la scorsa settimana.
Almeno 913 di questi dispositivi sono stati collocati in piu’ di 250 edifici governativi australiani, compreso il ministero della Difesa, secondo i dati diffusi giorni fa, quando il ministro australiano Richard Marles ha dichiarato all’emittente pubblica ABC che tutti questi dispositivi sarebbero stati rimossi dai locali del suo dipartimento per “garantire la completa sicurezza delle strutture”. Nelle ultime ore, funzionari del ministero delle Finanze hanno confermato inoltre che 65 telecamere di sorveglianza di questo tipo erano state installate negli uffici utilizzati da politici australiani. Il ministero li ha gradualmente sostituiti ma 40 devono ancora essere rimossi, e’ stato spiegato, sottolineando che l’operazione sara’ compiuta entro il prossimo mese di aprile.
Iniziative simili sono state lanciate negli Stati Uniti e nel Regno Unito, paesi che hanno adottato misure per impedire alle istituzioni governative di installare telecamere di fabbricazione cinese in siti sensibili. Entrambi gli Stati hanno espresso la preoccupazione che informazioni sensibili possano trapelare se le societa’ cinesi dietro i dispositivi fossero costrette a condividere i propri dati con i servizi di intelligence di Pechino.
Le telecamere in questione sono state prodotte dalle societa’ Hikvision e Dahua, entrambe nella lista nera negli Stati Uniti.
Secondo il dipartimento del Commercio Usa, le due societa’ hanno partecipato alla “sorveglianza” della minoranza uigura nella provincia cinese dello Xinjiang. Nel novembre 2022, Washington ha vietato l’importazione di apparecchiature da Hikvision e Dahua, citando “un rischio inaccettabile per la sicurezza nazionale”.
Hikvision ha negato le accuse e ha detto ad Afp che i suoi prodotti “sono conformi a tutte le leggi e i regolamenti australiani applicabili e sono soggetti a severi requisiti di sicurezza”. Da parte loro, le autorita’ di Pechino avevano gia’ reagito alla decisione del ministero della Difesa australiano, accusando Canberra di “aver abusato del proprio potere nazionale per discriminare e reprimere le aziende cinesi”.
Oggi, intanto, il quotidiano britanico Telegraph ha rilanciato le preoccupazioni delle autorita’ del governo britannico sul fatto che la polizia del Regno Unito stia utilizzando droni prodotti dalla societa’ cinese DJI, in quanto cio’ potrebbe portare a una possibile fuga di dati classificati.
“Il ministro dell’Interno vorrebbe che la polizia garantisse la sicurezza di tutti i loro dati, senza renderli vulnerabili a qualsiasi interferenza da parte di uno stato straniero. E’ preoccupato per l’uso della tecnologia cinese qui nel Regno Unito e continuera’ a lavorare per mantenere i britannici al sicuro”, ha spiegato una fonte al giornale.
Secondo quanto si legge, i funzionari governativi britannici ritengono che i dati possano trapelare attraverso le applicazioni utilizzate per controllare i droni DJI per poi essere studiati e archiviati. Almeno 230 dei 337 droni utilizzati da 37 dipartimenti di polizia nel Regno Unito sono stati prodotti da DJI, si spiega ancora. La societa’ cinese, tra l’altro, e’ stata aggiunta alla lista nera degli Stati Uniti come azienda rischiosa per la sicurezza nazionale.
Il commissario per la sorveglianza nominato dal ministero dell’Interno, Fraser Sampson, ha chiesto a una task force di prendere in considerazione la sospensione degli acquisti di droni da parte del Regno Unito fino a quando il rischio per la sicurezza non sara’ adeguatamente valutato, osserva il Telegraph.
Secondo il giornale, infine, il produttore cinese ha affermato che la sicurezza dei suoi droni e’ stata verificata da diverse aziende con sede negli Stati Uniti e nell’Unione europea.
Coa/Int13
Telecamere e droni, la tecnologia cinese che allarma l’Occidente
Roma, 14 feb. (askanews) – Telecamere di sorveglianza e droni cinesi sempre piu’ nel mirino della comunita’ occidentale, che dopo la scoperta di presunti palloni spia di Pechino teme di esporre siti e dati sensibili a una possibile attivita’ di intelligence della Repubblica popolare. Cosi’, dopo i timori – e i provvedimenti – di Stati Uniti e Regno Unito sugli strumenti di sorveglianza di fabbricazione cinese utilizzati in uffici e siti governativi, anche l’Australia ha deciso di eliminare la tecnologia di Pechino in uso nel Paese. Decine di telecamere di sorveglianza cinesi saranno infatti rimosse da tutti gli uffici politici australiani per ragioni di sicurezza, hanno annunciato le autorita’ di Canberra, confermando quanto gia’ anticipato dal ministero della Difesa locale la scorsa settimana.
Almeno 913 di questi dispositivi sono stati collocati in piu’ di 250 edifici governativi australiani, compreso il ministero della Difesa, secondo i dati diffusi giorni fa, quando il ministro australiano Richard Marles ha dichiarato all’emittente pubblica ABC che tutti questi dispositivi sarebbero stati rimossi dai locali del suo dipartimento per “garantire la completa sicurezza delle strutture”. Nelle ultime ore, funzionari del ministero delle Finanze hanno confermato inoltre che 65 telecamere di sorveglianza di questo tipo erano state installate negli uffici utilizzati da politici australiani. Il ministero li ha gradualmente sostituiti ma 40 devono ancora essere rimossi, e’ stato spiegato, sottolineando che l’operazione sara’ compiuta entro il prossimo mese di aprile.
Iniziative simili sono state lanciate negli Stati Uniti e nel Regno Unito, paesi che hanno adottato misure per impedire alle istituzioni governative di installare telecamere di fabbricazione cinese in siti sensibili. Entrambi gli Stati hanno espresso la preoccupazione che informazioni sensibili possano trapelare se le societa’ cinesi dietro i dispositivi fossero costrette a condividere i propri dati con i servizi di intelligence di Pechino.
Le telecamere in questione sono state prodotte dalle societa’ Hikvision e Dahua, entrambe nella lista nera negli Stati Uniti.
Secondo il dipartimento del Commercio Usa, le due societa’ hanno partecipato alla “sorveglianza” della minoranza uigura nella provincia cinese dello Xinjiang. Nel novembre 2022, Washington ha vietato l’importazione di apparecchiature da Hikvision e Dahua, citando “un rischio inaccettabile per la sicurezza nazionale”.
Hikvision ha negato le accuse e ha detto ad Afp che i suoi prodotti “sono conformi a tutte le leggi e i regolamenti australiani applicabili e sono soggetti a severi requisiti di sicurezza”. Da parte loro, le autorita’ di Pechino avevano gia’ reagito alla decisione del ministero della Difesa australiano, accusando Canberra di “aver abusato del proprio potere nazionale per discriminare e reprimere le aziende cinesi”.
Oggi, intanto, il quotidiano britanico Telegraph ha rilanciato le preoccupazioni delle autorita’ del governo britannico sul fatto che la polizia del Regno Unito stia utilizzando droni prodotti dalla societa’ cinese DJI, in quanto cio’ potrebbe portare a una possibile fuga di dati classificati.
“Il ministro dell’Interno vorrebbe che la polizia garantisse la sicurezza di tutti i loro dati, senza renderli vulnerabili a qualsiasi interferenza da parte di uno stato straniero. E’ preoccupato per l’uso della tecnologia cinese qui nel Regno Unito e continuera’ a lavorare per mantenere i britannici al sicuro”, ha spiegato una fonte al giornale.
Secondo quanto si legge, i funzionari governativi britannici ritengono che i dati possano trapelare attraverso le applicazioni utilizzate per controllare i droni DJI per poi essere studiati e archiviati. Almeno 230 dei 337 droni utilizzati da 37 dipartimenti di polizia nel Regno Unito sono stati prodotti da DJI, si spiega ancora. La societa’ cinese, tra l’altro, e’ stata aggiunta alla lista nera degli Stati Uniti come azienda rischiosa per la sicurezza nazionale.
Il commissario per la sorveglianza nominato dal ministero dell’Interno, Fraser Sampson, ha chiesto a una task force di prendere in considerazione la sospensione degli acquisti di droni da parte del Regno Unito fino a quando il rischio per la sicurezza non sara’ adeguatamente valutato, osserva il Telegraph.
Secondo il giornale, infine, il produttore cinese ha affermato che la sicurezza dei suoi droni e’ stata verificata da diverse aziende con sede negli Stati Uniti e nell’Unione europea.
Coa/Int13