Passa a maggioranza in Friuli la legge Roberti sul burqa – askanews.it

Passa a maggioranza in Friuli la legge Roberti sul burqa

Trieste, 14 feb. (askanews) – Vivace discussione in Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia sul concetto di fondamentalismo culturale, ma anche sull’uso del burqa e sull’opportunita’ di intervenire nel caso quel modo di vestire venisse imposto alle donne straniere che vivono in Friuli Venezia Giulia. Fino al prevedibile muro contro muro al momento del voto finale, con il Centrodestra che apprezza convinto e compatto il disegno di legge 193 in materia di immigrazione proposto dalla Giunta (20 favorevoli) e tutti i gruppi di Opposizione altrettanto fermamente contrari (17 no). Al punto da ipotizzare, con il dem Franco Iacop, la richiesta di far valutare la stessa legittimita’ costituzionale della norma approvata oggi dal Consiglio regionale. Anche se tutti gli emendamenti politicamente rilevanti presentati dalle minoranze sono stati bocciati – 13 quelli portati al voto da Furio Honsell di Open Sinistra Fvg, 9 dal gruppo M5S con primo firmatario il relatore Mauro Capozzella, 7 da Chiara Da Giau del Pd – in Aula il dibattito non e’ certo mancato, con il presidente Piero Mauro Zanin, e il suo vice Stefano Mazzolini all’inizio della seduta pomeridiana, impegnati a far rispettare i tempi e in qualche caso a calmare gli animi surriscaldati dagli scambi verbali tra i due poli, con accuse reciproche di approfittare del disegno di legge su un tema caldo per fare propaganda. A innescare il confronto piu’ aspro e’ stato un intervento di Cristiano Shaurli (Pd), che ha chiesto all’assessore Pierpaolo Roberti di “spiegare il concetto di fondamentalismo culturale, quando invece di solito accanto a quel sostantivo si mettono gli aggettivi politico e religioso”. Iacop gli ha dato manforte facendo riferimento “a quel che succede in Iran con le guardie morali” e chiedendosi “come si possa valutare quando una espressione culturale diventa radicale”. “La mutilazione genitale femminile – ha risposto Roberti – non e’ fondamentalismo religioso ma una pratica culturale, tribale”. E il relatore di maggioranza Antonio Calligaris (Lega) ha parlato “della situazione di Monfalcone, dove da qualche tempo sono spuntati i burqa”. “Se due persone si mettono il burqa questo diventa un problema? Ognuno ha diritto di vestirsi come vuole – si e’ infiammato Iacop – E cosa dovremmo dire di chi va in giro in pantaloncini corti e a petto nudo? Attenzione con questi discorsi: al tempo delle leggi razziali erano state tirate in ballo anche le abitudini culturali degli ebrei”. Mentre il capogruppo dem Diego Moretti si e’ chiesto “dove siano finiti i liberali di questa Maggioranza”. “Ognuno e’ libero di vestirsi come vuole – ha replicato Roberti – ma noi ci riferiamo a chi e’ costretto a portare il burqa. Anche il velo e’ un fatto culturale, e se una donna viene obbligata a metterlo bisogna intervenire”.
Feb 14, 2023
Vivaci polemiche su fondamentalismo

Trieste, 14 feb. (askanews) – Vivace discussione in Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia sul concetto di fondamentalismo culturale, ma anche sull’uso del burqa e sull’opportunita’ di intervenire nel caso quel modo di vestire venisse imposto alle donne straniere che vivono in Friuli Venezia Giulia. Fino al prevedibile muro contro muro al momento del voto finale, con il Centrodestra che apprezza convinto e compatto il disegno di legge 193 in materia di immigrazione proposto dalla Giunta (20 favorevoli) e tutti i gruppi di Opposizione altrettanto fermamente contrari (17 no). Al punto da ipotizzare, con il dem Franco Iacop, la richiesta di far valutare la stessa legittimita’ costituzionale della norma approvata oggi dal Consiglio regionale.

Anche se tutti gli emendamenti politicamente rilevanti presentati dalle minoranze sono stati bocciati – 13 quelli portati al voto da Furio Honsell di Open Sinistra Fvg, 9 dal gruppo M5S con primo firmatario il relatore Mauro Capozzella, 7 da Chiara Da Giau del Pd – in Aula il dibattito non e’ certo mancato, con il presidente Piero Mauro Zanin, e il suo vice Stefano Mazzolini all’inizio della seduta pomeridiana, impegnati a far rispettare i tempi e in qualche caso a calmare gli animi surriscaldati dagli scambi verbali tra i due poli, con accuse reciproche di approfittare del disegno di legge su un tema caldo per fare propaganda.

A innescare il confronto piu’ aspro e’ stato un intervento di Cristiano Shaurli (Pd), che ha chiesto all’assessore Pierpaolo Roberti di “spiegare il concetto di fondamentalismo culturale, quando invece di solito accanto a quel sostantivo si mettono gli aggettivi politico e religioso”. Iacop gli ha dato manforte facendo riferimento “a quel che succede in Iran con le guardie morali” e chiedendosi “come si possa valutare quando una espressione culturale diventa radicale”. “La mutilazione genitale femminile – ha risposto Roberti – non e’ fondamentalismo religioso ma una pratica culturale, tribale”. E il relatore di maggioranza Antonio Calligaris (Lega) ha parlato “della situazione di Monfalcone, dove da qualche tempo sono spuntati i burqa”.

“Se due persone si mettono il burqa questo diventa un problema? Ognuno ha diritto di vestirsi come vuole – si e’ infiammato Iacop – E cosa dovremmo dire di chi va in giro in pantaloncini corti e a petto nudo? Attenzione con questi discorsi: al tempo delle leggi razziali erano state tirate in ballo anche le abitudini culturali degli ebrei”. Mentre il capogruppo dem Diego Moretti si e’ chiesto “dove siano finiti i liberali di questa Maggioranza”.

“Ognuno e’ libero di vestirsi come vuole – ha replicato Roberti – ma noi ci riferiamo a chi e’ costretto a portare il burqa. Anche il velo e’ un fatto culturale, e se una donna viene obbligata a metterlo bisogna intervenire”.