Tremonti: sono per l’apertura di rapporti più stretti con Francia e Germania – askanews.it

Tremonti: sono per l’apertura di rapporti più stretti con Francia e Germania

Roma, 26 gen. (askanews) – “Dal Covid alla guerra, dall’inflazione ai disordini sociali o persino mentali, c’e’ una comune causa di fondo. Il filo rosso che vediamo, credo, e’ la fine della ‘globalizzazione’ degli ultimi trenta o quaranta anni. Il mondo torna a essere internazionale, ma come era all’inizio del ‘900”, dice il presidente della Commissione Esteri della Camera Giulio Tremonti al Corriere della sera, sottolineando che “in questo nuovo mondo in cui anche i governi decidono il futuro dell’industria e della tecnologia, sono per l’apertura di rapporti piu’ stretti con Francia e Germania”. Sempre in questo contesto, “paradossalmente dobbiamo temere la debolezza della Cina, piu’ della sua forza. Oggi lo scenario politico e’ dominato dalla crisi cinese” e “la minaccia e’ che strutture autoritarie in crisi cerchino un nemico esterno per compensare: di qui la posizione a rischio di Taiwan, il formarsi di nuovi, bellicosi schieramenti globali”. E anche la debolezza della Germania fa si’ che “i problemi arrivano anche in Italia. Per esempio, gran parte della componentistica dell’auto tedesca e’ italiana. Anche data la crisi della Germania e data la nuova politica americana, l’Europa non puo’ restare l’unica isola mercatista”, cioe’ “basata esclusivamente sul mercato, senza lo Stato. Nel mondo non ci sono piu’ modelli simili. Certo non in Cina, ma ora neanche in America”. Dmo/Int13
Gen 26, 2023

Ue non pua’ restare “isola mercatista”

Roma, 26 gen. (askanews) – “Dal Covid alla guerra, dall’inflazione ai disordini sociali o persino mentali, c’e’ una comune causa di fondo. Il filo rosso che vediamo, credo, e’ la fine della ‘globalizzazione’ degli ultimi trenta o quaranta anni. Il mondo torna a essere internazionale, ma come era all’inizio del ‘900”, dice il presidente della Commissione Esteri della Camera Giulio Tremonti al Corriere della sera, sottolineando che “in questo nuovo mondo in cui anche i governi decidono il futuro dell’industria e della tecnologia, sono per l’apertura di rapporti piu’ stretti con Francia e Germania”.

Sempre in questo contesto, “paradossalmente dobbiamo temere la debolezza della Cina, piu’ della sua forza. Oggi lo scenario politico e’ dominato dalla crisi cinese” e “la minaccia e’ che strutture autoritarie in crisi cerchino un nemico esterno per compensare: di qui la posizione a rischio di Taiwan, il formarsi di nuovi, bellicosi schieramenti globali”.

E anche la debolezza della Germania fa si’ che “i problemi arrivano anche in Italia. Per esempio, gran parte della componentistica dell’auto tedesca e’ italiana. Anche data la crisi della Germania e data la nuova politica americana, l’Europa non puo’ restare l’unica isola mercatista”, cioe’ “basata esclusivamente sul mercato, senza lo Stato. Nel mondo non ci sono piu’ modelli simili. Certo non in Cina, ma ora neanche in America”.

Dmo/Int13