Criminalità, Bonaccini: su Banda Uno Bianca digitalizzazione fascicoli – askanews.it

Criminalità, Bonaccini: su Banda Uno Bianca digitalizzazione fascicoli

Bologna, 26 gen. (askanews) – “Siamo di fronte a un nuovo, importante segnale per riaffermare ancora una volta il nostro impegno per non dimenticare”. Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, presentando la conclusione del progetto per il riordino, il restauro e la digitalizzazione dei fascicoli processuali relativi ai delitti commessi dalla Banda della Uno Bianca, l’organizzazione criminale che tra il 1987 e il 1994 ha insanguinato l’Emilia-Romagna e le Marche provocando 24 morti e oltre 100 feriti. Materiale di straordinario valore storico e giudiziario sottratto all’usura del tempo e che ora potra’ essere messo a disposizione, per una piu’ puntuale consultazione, di quanti – studiosi, magistrati, avvocati – vorranno approfondire una delle pagine piu’ drammatiche e oscure della storia della Repubblica. “Un impegno diffuso – ha spiegato Bonaccini -, condiviso da una intera comunita’, da istituzioni, uffici giudiziari, tribunale e organismi inquirenti, ministero e Archivio di Stato, societa’ civile e, soprattutto, l’associazione dei familiari delle vittime, alla cui presidente, Rosanna Rossi Zecchi, rinnovo la massima vicinanza”. Ancora una volta, ha ricordato il governatore “ci siamo ritrovati insieme per sottrarre al rischio dell’oblio documenti di straordinario valore e per questo ringrazio tutti i presenti e coloro che hanno lavorato al progetto. Un patrimonio comune che vogliamo consegnare anche alle giovani generazioni e a quanti vorranno approfondire anni drammatici della vita del Paese, in cui i principi stesso del vivere civile e democratico hanno rischiato di essere messi in discussione”. Una mole enorme di documenti, costituita da 277 faldoni e 11 allegati per 46 metri lineari, relativi ad un arco di tempo che va dal 1990 al 2000, ovvero dalle prime fasi dell’indagine fino al dibattimento in Cassazione. E che comprende anche, in copia, parte del materiale di altre Procure come quella di Rimini e Pesaro. “Un impegno tanto piu’ urgente oggi in tempi in cui davvero la memoria appare troppo spesso fragile e confusa – ha concluso il presidente della Regione -. E invece ricordare e’ fondamentale, per capire il tempo in cui viviamo, trarre lezione del passato e costruire un presente e un futuro migliori, fondati sulla legalita’ e sulla giustizia”.
Gen 26, 2023

“Segnale per riaffermare impegno per non dimenticare”

Bologna, 26 gen. (askanews) – “Siamo di fronte a un nuovo, importante segnale per riaffermare ancora una volta il nostro impegno per non dimenticare”. Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, presentando la conclusione del progetto per il riordino, il restauro e la digitalizzazione dei fascicoli processuali relativi ai delitti commessi dalla Banda della Uno Bianca, l’organizzazione criminale che tra il 1987 e il 1994 ha insanguinato l’Emilia-Romagna e le Marche provocando 24 morti e oltre 100 feriti. Materiale di straordinario valore storico e giudiziario sottratto all’usura del tempo e che ora potra’ essere messo a disposizione, per una piu’ puntuale consultazione, di quanti – studiosi, magistrati, avvocati – vorranno approfondire una delle pagine piu’ drammatiche e oscure della storia della Repubblica.

“Un impegno diffuso – ha spiegato Bonaccini -, condiviso da una intera comunita’, da istituzioni, uffici giudiziari, tribunale e organismi inquirenti, ministero e Archivio di Stato, societa’ civile e, soprattutto, l’associazione dei familiari delle vittime, alla cui presidente, Rosanna Rossi Zecchi, rinnovo la massima vicinanza”. Ancora una volta, ha ricordato il governatore “ci siamo ritrovati insieme per sottrarre al rischio dell’oblio documenti di straordinario valore e per questo ringrazio tutti i presenti e coloro che hanno lavorato al progetto. Un patrimonio comune che vogliamo consegnare anche alle giovani generazioni e a quanti vorranno approfondire anni drammatici della vita del Paese, in cui i principi stesso del vivere civile e democratico hanno rischiato di essere messi in discussione”.

Una mole enorme di documenti, costituita da 277 faldoni e 11 allegati per 46 metri lineari, relativi ad un arco di tempo che va dal 1990 al 2000, ovvero dalle prime fasi dell’indagine fino al dibattimento in Cassazione. E che comprende anche, in copia, parte del materiale di altre Procure come quella di Rimini e Pesaro.

“Un impegno tanto piu’ urgente oggi in tempi in cui davvero la memoria appare troppo spesso fragile e confusa – ha concluso il presidente della Regione -. E invece ricordare e’ fondamentale, per capire il tempo in cui viviamo, trarre lezione del passato e costruire un presente e un futuro migliori, fondati sulla legalita’ e sulla giustizia”.