Come i pesci in un mare di plastica: Findus con Ogyre per pulire i mari – askanews.it

Come i pesci in un mare di plastica: Findus con Ogyre per pulire i mari

Milano, 26 gen. (askanews) – I mari soffocano di rifiuti: nel 2050 si stima vi nuoteranno piu’ plastiche che pesci. E questo e’ un problema che ci riguarda tutti, alla cui soluzione puo’ contribuire ognuno di noi. Il messaggio arriva dalla Seascape room, l’installazione realizzata a Milano da Findus in collaborazione con Ogyre, la prima piattaforma globale di fishing for litter, che porta letteralmente in piazza una emergenza globale.”L’obiettivo di questa installazione e’ quello di sensibilizzare il consumatore e le persone perche’ c’e’ una via d’uscita e tutti possiamo fare la nostra piccola parte per risolvere questo problema – ci ha detto Manuel Rubini, marketing manager Findus – Quello dell’inquinamento dei mari dalla plastica e dai rifiuti e’ un tema importante e attuale nei confronti del quale come azienda cerchiamo di svolgere azioni concrete”.Entrando nei tre container, allestiti in piazza XXV Aprile fino al 29 gennaio, si puo’ vivere il periglioso viaggio a cui costringiamo gli abitanti dei nostri mari, tra plastiche, brandelli di tessuti sintetici, lattine. Ma la sensibilizzazione dei cittadini a mobilitarsi per avere mari puliti e’ solo uno dei modi per contribuire alla soluzione del problema a cui Findus affianca anche un altro contributo:”Quest’anno abbiamo dato il via a questa partnership con Ogyre che ci consentira’ di rimuovere dai mari fino a sei mila chili di rifiuti e lo faremo durante l’attivita’ di pesca attraverso il fishing for litter. Rimuoveremo i rifiuti, andremo a catalogarli e analizzarli per poi individuare eventuali opzioni di recupero o di riciclo”.La partnership prevede anche un progetto di ricerca scientifica presso il porto di Santa Margherita Ligure che consentira’ di individuare alcune categorie di rifiuti maggiormente rappresentative e di studiare opzioni di utilizzo alternativo o di recupero/riuso, in linea con i principi dell’economia circolare. Per Ogyre questo e’ il cuore della propria attivita’, costantemente impegnato nella lotta contro l’inquinamento dei mari: “La parte fondamentale – ha spiegato Antonio Augeri, ceo e founder Ogyre – credo sia da un lato educare e lavorare tutti insieme sul fronte dei cittadini dall’altro costruire una rete di persone che possano avere un impatto come i pescatori. In questo modo non c’e’ solo un impatto ambientale ma anche un impatto sociale sulle comunita’ locali”.Oggi Ogyre conta su una flotta di 49 pescatori, distribuiti tra Italia, Indonesia e Brasile grazie ai quali nel 2022 ha raccolto 180mila chili di rifiuti e conta di arrivare a 1 milione nel 2024. Un obiettivo ambizioso reso possibile dal supporto di aziende come Findus, che in questo modo porta avanti il suo percorso di sostenibilita’ inserito nel programma-manifesto “Fish For Good che ha tre pilastri principali”Nel disegnare questo manifesto noi siamo partiti dall’approvvigionamento delle materie prime – ha concluso Rubini – Ci siamo dati come obiettivo quello di avere un approvvigionamento di materie ittiche provenienti da attivita’ di pesca certificate da standard Msc o Asc: puntiamo a raggiungere il 100% della produzione certificata nel 2025 e siamo molto orgogliosi di essere vicini al tragurdo perche’ siamo al 98%”.

Seascape room a Milano e impegno a raccogliere 6mila kg rifiuti in un anno Milano, 26 gen. (askanews) – I mari soffocano di rifiuti: nel 2050 si stima vi nuoteranno piu’ plastiche che pesci. E questo e’ un problema che ci riguarda tutti, alla cui soluzione puo’ contribuire ognuno di noi. Il messaggio arriva dalla Seascape room, l’installazione realizzata a Milano da Findus in collaborazione con Ogyre, la prima piattaforma globale di fishing for litter, che porta letteralmente in piazza una emergenza globale.”L’obiettivo di questa installazione e’ quello di sensibilizzare il consumatore e le persone perche’ c’e’ una via d’uscita e tutti possiamo fare la nostra piccola parte per risolvere questo problema – ci ha detto Manuel Rubini, marketing manager Findus – Quello dell’inquinamento dei mari dalla plastica e dai rifiuti e’ un tema importante e attuale nei confronti del quale come azienda cerchiamo di svolgere azioni concrete”.Entrando nei tre container, allestiti in piazza XXV Aprile fino al 29 gennaio, si puo’ vivere il periglioso viaggio a cui costringiamo gli abitanti dei nostri mari, tra plastiche, brandelli di tessuti sintetici, lattine. Ma la sensibilizzazione dei cittadini a mobilitarsi per avere mari puliti e’ solo uno dei modi per contribuire alla soluzione del problema a cui Findus affianca anche un altro contributo:”Quest’anno abbiamo dato il via a questa partnership con Ogyre che ci consentira’ di rimuovere dai mari fino a sei mila chili di rifiuti e lo faremo durante l’attivita’ di pesca attraverso il fishing for litter. Rimuoveremo i rifiuti, andremo a catalogarli e analizzarli per poi individuare eventuali opzioni di recupero o di riciclo”.La partnership prevede anche un progetto di ricerca scientifica presso il porto di Santa Margherita Ligure che consentira’ di individuare alcune categorie di rifiuti maggiormente rappresentative e di studiare opzioni di utilizzo alternativo o di recupero/riuso, in linea con i principi dell’economia circolare. Per Ogyre questo e’ il cuore della propria attivita’, costantemente impegnato nella lotta contro l’inquinamento dei mari: “La parte fondamentale – ha spiegato Antonio Augeri, ceo e founder Ogyre – credo sia da un lato educare e lavorare tutti insieme sul fronte dei cittadini dall’altro costruire una rete di persone che possano avere un impatto come i pescatori. In questo modo non c’e’ solo un impatto ambientale ma anche un impatto sociale sulle comunita’ locali”.Oggi Ogyre conta su una flotta di 49 pescatori, distribuiti tra Italia, Indonesia e Brasile grazie ai quali nel 2022 ha raccolto 180mila chili di rifiuti e conta di arrivare a 1 milione nel 2024. Un obiettivo ambizioso reso possibile dal supporto di aziende come Findus, che in questo modo porta avanti il suo percorso di sostenibilita’ inserito nel programma-manifesto “Fish For Good che ha tre pilastri principali”Nel disegnare questo manifesto noi siamo partiti dall’approvvigionamento delle materie prime – ha concluso Rubini – Ci siamo dati come obiettivo quello di avere un approvvigionamento di materie ittiche provenienti da attivita’ di pesca certificate da standard Msc o Asc: puntiamo a raggiungere il 100% della produzione certificata nel 2025 e siamo molto orgogliosi di essere vicini al tragurdo perche’ siamo al 98%”.