Don Luigi Ciotti: la latitanza di Messina Denaro favorita dalla politica – askanews.it

Don Luigi Ciotti: la latitanza di Messina Denaro favorita dalla politica

Roma, 19 gen. (askanews) – “La latitanza del boss” Matteo Messina Denaro “e’ stata indubbiamente favorita dalla latitanza di quella politica che non ha capito, o fatto finta di non capire, che le mafie non si contrastano solo con indagini e arresti ma con le politiche sociali, garantendo i diritti fondamentali come lavoro, istruzione e salute. E con il superamento di un modello economico (quello neoliberista, che ha nel profitto il valore assoluto) terreno di conquista e razzie per tutte le mafie, nazionali e internazionali”. E’ quanto ha detto il fondatore di Libera, Don Luigi Ciotti, in un’intervista al quotidiano la Stampa, sottolineando che “c’e’ una convergenza stretta tra crimine mafioso, reato economico e diserzione etica della politica”. “Le mafie”, ha insistito, “non si combattono soltanto con gli strumenti investigativi e la repressione. Le organizzazioni criminali affondano le radici nel vuoto dei diritti, nella debolezza e nella malattia delle democrazie: senza un cambiamento, una rigenerazione sociale e culturale, continueranno a sopravvivere, a trasformarsi, ad assumere forme adeguate ai tempi”. Coa/Int13
Gen 19, 2023

“Che non ha capito che le mafie si contrastano con politiche sociali”

Roma, 19 gen. (askanews) – “La latitanza del boss” Matteo Messina Denaro “e’ stata indubbiamente favorita dalla latitanza di quella politica che non ha capito, o fatto finta di non capire, che le mafie non si contrastano solo con indagini e arresti ma con le politiche sociali, garantendo i diritti fondamentali come lavoro, istruzione e salute. E con il superamento di un modello economico (quello neoliberista, che ha nel profitto il valore assoluto) terreno di conquista e razzie per tutte le mafie, nazionali e internazionali”. E’ quanto ha detto il fondatore di Libera, Don Luigi Ciotti, in un’intervista al quotidiano la Stampa, sottolineando che “c’e’ una convergenza stretta tra crimine mafioso, reato economico e diserzione etica della politica”.

“Le mafie”, ha insistito, “non si combattono soltanto con gli strumenti investigativi e la repressione. Le organizzazioni criminali affondano le radici nel vuoto dei diritti, nella debolezza e nella malattia delle democrazie: senza un cambiamento, una rigenerazione sociale e culturale, continueranno a sopravvivere, a trasformarsi, ad assumere forme adeguate ai tempi”.

Coa/Int13