Danese: il 19 gennaio, iniziativa di promozione senza precedenti
Milano, 18 gen. (askanews) – Dal 19 gennaio al 23 febbraio prossimi, Vinitaly approdera’ in 12 citta’ di nove Paesi di Europa, Asia e Nord America, che rappresentano complessivamente i due terzi del totale delle esportazioni di vino del Belpaese. Un roadshow in 13 tappe che il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo ha spiegato essere un “lavoro di squadra che vede coinvolte le istituzioni, l’Ice e il sistema camerale, la rete di rappresentanza estera e la struttura interna di Veronafiere: un’attivita’ in linea con la mission aziendale che guarda in primis alla promozione delle etichette italiane, in un momento particolarmente delicato per il settore impegnato a fronteggiare l’impatto dell’aumento dei costi di produzione”. “Questo roadshow – ha concluso Bricolo – e’ anche una occasione di esplorare nuove opportunita’ per un presidio stabile della Fiera di Verona su alcuni mercati di interesse, come gia’ in atto con ‘Wine To Asia’ e ‘Vinitaly China Road Show’ per la Cina e la piu’ ampia area del Far East, e con ‘Wine South America’ per il Brasile e il continente sudamericano”.
“Si tratta di una iniziativa di promozione senza precedenti nella storia della manifestazione, che si aggiunge e implementa l’importante investimento di oltre tre milioni di euro per l’incoming di buyer e operatori in vista del prossimo Vinitaly, in programma a Veronafiere dal 2 al 5 aprile” ha aggiunto l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese, evidenziando che “50mila chilometri complessivi di viaggio verso i Paesi-obiettivo che rappresentano, sia in chiave prospettica che di consolidamento, buona parte del presente e del futuro commerciale del vino italiano nel mondo”.
In una nota, Veronafiere ha precisato che la prima tappa sara’ il 19 gennaio a Rust (Austria), a cui seguiranno Princeton (USA) il 23, New York (USA) il 24 e 25 e Copenaghen (Danimarca) sempre il 24. Nel mese di febbraio il calendario prevede gli appuntamenti di Chicago (USA, 2 febbraio), Monaco (Germania, 6 febbraio), Bruxelles (Belgio, 7 febbraio), Zurigo (Svizzera, 8 febbraio), Londra (UK, 8 febbraio) e Cardiff (UK, 9 febbraio). Il mese si chiude con gli appuntamenti di Tokyo (Giappone, 21 febbraio) e Seoul (Corea del Sud, 23 febbraio), anch’esse in collaborazione con le istituzioni, Ice-Agenzia e il sistema camerale.
Secondo i dati dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly, in valore, gli Usa rappresentano il primo mercato per i prodotti nazionali (1,4 miliardi di euro, sempre a settembre 2022, e una quota del 25% sul totale fatturato dal settore vitivinicolo nel mondo), seguiti da Germania (851 milioni di euro, +6% e una quota del 15%) e UK (10% di share, 581 milioni di euro, per una crescita del 15%). Insieme questi tre mercati rappresentano la meta’ del totale valore/volume del vino italiano esportato nel mondo. In generale, tra spumante, frizzante e vini fermi in bottiglia, sono questi ultimi a fare la parte del leone sui nove mercati: con valori superiori al 70% di quota in volume troviamo Germania, Corea, Giappone, Svizzera, con punte del 90% in Danimarca. Lo spumante ha alleggerito il peso dei fermi in Usa (33% contro 60%), ma soprattutto in UK (43% contro 55%), Belgio (38% contro 59%) e Austria (31% contro 46%). L’incidenza maggiore dei frizzanti la si trova invece in Austria (23% sul totale) e Germania (15%). Per l’Osservatorio, sommando i valori dei 9 mercati, i vini fermi totalizzano il 64% dei volumi esportati, gli spumanti sono al 28% e il resto (8%) va ai frizzanti.
Vino, Vinitaly: al via roadshow di 13 tappe in Asia, Nord America e Europa
Milano, 18 gen. (askanews) – Dal 19 gennaio al 23 febbraio prossimi, Vinitaly approdera’ in 12 citta’ di nove Paesi di Europa, Asia e Nord America, che rappresentano complessivamente i due terzi del totale delle esportazioni di vino del Belpaese. Un roadshow in 13 tappe che il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo ha spiegato essere un “lavoro di squadra che vede coinvolte le istituzioni, l’Ice e il sistema camerale, la rete di rappresentanza estera e la struttura interna di Veronafiere: un’attivita’ in linea con la mission aziendale che guarda in primis alla promozione delle etichette italiane, in un momento particolarmente delicato per il settore impegnato a fronteggiare l’impatto dell’aumento dei costi di produzione”. “Questo roadshow – ha concluso Bricolo – e’ anche una occasione di esplorare nuove opportunita’ per un presidio stabile della Fiera di Verona su alcuni mercati di interesse, come gia’ in atto con ‘Wine To Asia’ e ‘Vinitaly China Road Show’ per la Cina e la piu’ ampia area del Far East, e con ‘Wine South America’ per il Brasile e il continente sudamericano”.
“Si tratta di una iniziativa di promozione senza precedenti nella storia della manifestazione, che si aggiunge e implementa l’importante investimento di oltre tre milioni di euro per l’incoming di buyer e operatori in vista del prossimo Vinitaly, in programma a Veronafiere dal 2 al 5 aprile” ha aggiunto l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese, evidenziando che “50mila chilometri complessivi di viaggio verso i Paesi-obiettivo che rappresentano, sia in chiave prospettica che di consolidamento, buona parte del presente e del futuro commerciale del vino italiano nel mondo”.
In una nota, Veronafiere ha precisato che la prima tappa sara’ il 19 gennaio a Rust (Austria), a cui seguiranno Princeton (USA) il 23, New York (USA) il 24 e 25 e Copenaghen (Danimarca) sempre il 24. Nel mese di febbraio il calendario prevede gli appuntamenti di Chicago (USA, 2 febbraio), Monaco (Germania, 6 febbraio), Bruxelles (Belgio, 7 febbraio), Zurigo (Svizzera, 8 febbraio), Londra (UK, 8 febbraio) e Cardiff (UK, 9 febbraio). Il mese si chiude con gli appuntamenti di Tokyo (Giappone, 21 febbraio) e Seoul (Corea del Sud, 23 febbraio), anch’esse in collaborazione con le istituzioni, Ice-Agenzia e il sistema camerale.
Secondo i dati dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly, in valore, gli Usa rappresentano il primo mercato per i prodotti nazionali (1,4 miliardi di euro, sempre a settembre 2022, e una quota del 25% sul totale fatturato dal settore vitivinicolo nel mondo), seguiti da Germania (851 milioni di euro, +6% e una quota del 15%) e UK (10% di share, 581 milioni di euro, per una crescita del 15%). Insieme questi tre mercati rappresentano la meta’ del totale valore/volume del vino italiano esportato nel mondo. In generale, tra spumante, frizzante e vini fermi in bottiglia, sono questi ultimi a fare la parte del leone sui nove mercati: con valori superiori al 70% di quota in volume troviamo Germania, Corea, Giappone, Svizzera, con punte del 90% in Danimarca. Lo spumante ha alleggerito il peso dei fermi in Usa (33% contro 60%), ma soprattutto in UK (43% contro 55%), Belgio (38% contro 59%) e Austria (31% contro 46%). L’incidenza maggiore dei frizzanti la si trova invece in Austria (23% sul totale) e Germania (15%). Per l’Osservatorio, sommando i valori dei 9 mercati, i vini fermi totalizzano il 64% dei volumi esportati, gli spumanti sono al 28% e il resto (8%) va ai frizzanti.