Gentiloni: misure energia siano mirate o rischi pressioni sul debito – askanews.it

Gentiloni: misure energia siano mirate o rischi pressioni sul debito

Roma, 18 gen. (askanews) – Sulle politiche di Bilancio da perseguire in questa fase in Europa “le cose sono piu’ facili a predicarle da Bruxelles che da metterle in pratica nei Paesi”, ha riconosciuto il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni intervenendo ad un panel al World Economic Forum, a Davos. Gentiloni partiva dal nodo della persistente alta inflazione, su cui si cerca di evitare che le misure di Bilancio entrino in conflitto con le manovre restrittive delle Banca centrali in politica monetaria. “Facile a dirsi ma non cosi’ facile a farsi, perche’ abbiamo gia’ la necessita’ di uscire dagli aiuti a pioggia” che erano stati approntati durante lockdown e restrizioni imposte a motivo del Covid “e di andare a un sistema piu’ mirato. Ma poi la guerra e la crisi energetica hanno cambiato un po’ il quadro”. “Dobbiamo sapere che in questa crisi, se da un lato si ripercuote su tutto il mondo, dall’altro in termini economici e’ piu’ pesante su Europa e economie emergenti”. “Le sfide che io vedo sono almeno due sul coordinamento delle politiche. Primo, come siamo in grado di evitare che le spese e le misure contro il caro energia crisi restino universali e illimitate nel tempo, perche’ questo potrebbe essere un pericolo. Nell’Ue nel 2022 abbiamo speso l’1,3% del Pil su queste misure. Se guardiamo ai piani bilancio 2023 questa voce va all’1%, ma questo sul presupposto nei piani che gradualmente si uscira’ dalle misure, che si andra’ a provvedimenti piu’ mirati. Se non succede e continuiamo il fardello complessivo sara’ del 2%. Che significa, con livelli di crescita piu’ moderati che nel periodo 2021-2022, che la riduzione del debito potrebbe essere sotto pressione”. Rilievi che indirettamente possono spiegare, ad esempio, perche’ sia cosi’ complesso in Italia il mantenimento dei provvedimenti sul contenimento dei prezzi dei carburanti. “Non e’ facile uscire da queste misure dal punto di vista sociale”, ha infatti eloquentemente rilevato Gentiloni. “Ma piu’ a lungo le tieni, e le tieni universali, maggiori sono i rischi”. Anche perche’ in alcuni paesi la loro rimozione potrebbe accompagnarsi da “un picco di inflazione. Le misure vanno rese piu’ mirate piuttosto presto – ha insistito l’eurocommissario -. Ma una cosa e’ predicarlo da Bruxelles, poi metterlo in pratica nei paesi e’ piu’ duro”. L’altra grande sfida e’ “spingere gli investimenti pubblici in settori strategici”. Su questo “e’ molto incoraggiante vedere che nei bilanci 2023 gli investimenti pubblici non stanno calando ma stanno aumentando, l’opposto di quanto avvenuto con la crisi dei debiti. Per superare gli svantaggi dell’Europa sugli approvvigionamenti di energia dobbiamo investire nella transizione verde e qui ho un quadro abbastanza ottimistico”, ha concluso.
Gen 18, 2023

“Piu’ facile a dirsi che a farsi”, riconosce l’eurocommissario

Roma, 18 gen. (askanews) – Sulle politiche di Bilancio da perseguire in questa fase in Europa “le cose sono piu’ facili a predicarle da Bruxelles che da metterle in pratica nei Paesi”, ha riconosciuto il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni intervenendo ad un panel al World Economic Forum, a Davos.

Gentiloni partiva dal nodo della persistente alta inflazione, su cui si cerca di evitare che le misure di Bilancio entrino in conflitto con le manovre restrittive delle Banca centrali in politica monetaria. “Facile a dirsi ma non cosi’ facile a farsi, perche’ abbiamo gia’ la necessita’ di uscire dagli aiuti a pioggia” che erano stati approntati durante lockdown e restrizioni imposte a motivo del Covid “e di andare a un sistema piu’ mirato. Ma poi la guerra e la crisi energetica hanno cambiato un po’ il quadro”.

“Dobbiamo sapere che in questa crisi, se da un lato si ripercuote su tutto il mondo, dall’altro in termini economici e’ piu’ pesante su Europa e economie emergenti”.

“Le sfide che io vedo sono almeno due sul coordinamento delle politiche. Primo, come siamo in grado di evitare che le spese e le misure contro il caro energia crisi restino universali e illimitate nel tempo, perche’ questo potrebbe essere un pericolo. Nell’Ue nel 2022 abbiamo speso l’1,3% del Pil su queste misure. Se guardiamo ai piani bilancio 2023 questa voce va all’1%, ma questo sul presupposto nei piani che gradualmente si uscira’ dalle misure, che si andra’ a provvedimenti piu’ mirati. Se non succede e continuiamo il fardello complessivo sara’ del 2%. Che significa, con livelli di crescita piu’ moderati che nel periodo 2021-2022, che la riduzione del debito potrebbe essere sotto pressione”.

Rilievi che indirettamente possono spiegare, ad esempio, perche’ sia cosi’ complesso in Italia il mantenimento dei provvedimenti sul contenimento dei prezzi dei carburanti.

“Non e’ facile uscire da queste misure dal punto di vista sociale”, ha infatti eloquentemente rilevato Gentiloni. “Ma piu’ a lungo le tieni, e le tieni universali, maggiori sono i rischi”. Anche perche’ in alcuni paesi la loro rimozione potrebbe accompagnarsi da “un picco di inflazione. Le misure vanno rese piu’ mirate piuttosto presto – ha insistito l’eurocommissario -. Ma una cosa e’ predicarlo da Bruxelles, poi metterlo in pratica nei paesi e’ piu’ duro”.

L’altra grande sfida e’ “spingere gli investimenti pubblici in settori strategici”. Su questo “e’ molto incoraggiante vedere che nei bilanci 2023 gli investimenti pubblici non stanno calando ma stanno aumentando, l’opposto di quanto avvenuto con la crisi dei debiti. Per superare gli svantaggi dell’Europa sugli approvvigionamenti di energia dobbiamo investire nella transizione verde e qui ho un quadro abbastanza ottimistico”, ha concluso.