Cinghiali, Ispra: in sette anni danni ad agricoltura per 120 mln – askanews.it

Cinghiali, Ispra: in sette anni danni ad agricoltura per 120 mln

Roma, 13 gen. (askanews) – Nel periodo 2015-2021 la presenza di cinghiali ha provocato danni all’agricoltura per poco meno di 120 milioni di euro per un totale di oltre 105.000 eventi di danno. Complessivamente il 36% degli importi (circa 30 milioni di euro) per danni da cinghiale e’ riferito alle aree protette nazionali e regionali, la restante parte (circa 89 milioni di euro) ad aree non protette. Gli importi annuali dei danni sono oscillati tra 14,6 e 18,7 milioni di euro, con un media annuale pari a oltre 17 mln di euro. Sono alcuni dei dati emersi dalla prima indagine di dettaglio a scala nazionale sulla gestione del cinghiale nel periodo 2015-2021 realizzata da Ispra grazie alle informazioni fornite dalle Regioni e dalle Aree protette e comunicata ai ministri dell’Ambiente e dell’Agricoltura, presentata oggi a Viterbo durante l’evento “Fauna selvatica e territori, conoscere per gestire” organizzato da Confagricoltura e Ente Produttori Selvaggina. Le regioni piu’ colpite dai danni da cinghiale sono risultate Abruzzo e Piemonte con, rispettivamente, circa 18 e 17 milioni di euro nel periodo considerato. Altre tre regioni hanno fatto registrare oltre 10 milioni di euro di danni: Toscana, Campania e Lazio. Solo nella Provincia Autonoma di Bolzano non si rilevano danni all’agricoltura, in relazione alla distribuzione ancora molto limitata del cinghiale in questo contesto. Il quadro di sintesi che emerge dall’indagine di Ispra descrive un generalizzato aumento degli indicatori (prelievi in caccia, prelievi in controllo danni) attualmente disponibili per monitorare l’andamento della gestione della specie. Questo costante aumento del fenomeno su scala nazionale – evidenzia l’Istituto – richiede l’adozione urgente di una strategia di intervento nazionale disegnata sulla base delle piu’ aggiornate conoscenze scientifiche, che integri interventi di prevenzione dei danni e di contenimento delle popolazioni, e che assicuri prelievi selettivi e pianificati coerentemente con l’obiettivo prioritario di riduzione dei danni. Elemento chiave di una strategia di gestione del cinghiale e’ la creazione di un sistema omogeneo di raccolta dei dati a scala nazionale, che integri anche le informazioni relative agli interventi di prevenzione e agli incidenti stradali, e renda possibile monitorare l’andamento della gestione in tempo reale.
Gen 13, 2023

In totale 105mila eventi, Abruzzo e Piemonte regioni piu’ colpite

Roma, 13 gen. (askanews) – Nel periodo 2015-2021 la presenza di cinghiali ha provocato danni all’agricoltura per poco meno di 120 milioni di euro per un totale di oltre 105.000 eventi di danno. Complessivamente il 36% degli importi (circa 30 milioni di euro) per danni da cinghiale e’ riferito alle aree protette nazionali e regionali, la restante parte (circa 89 milioni di euro) ad aree non protette. Gli importi annuali dei danni sono oscillati tra 14,6 e 18,7 milioni di euro, con un media annuale pari a oltre 17 mln di euro.

Sono alcuni dei dati emersi dalla prima indagine di dettaglio a scala nazionale sulla gestione del cinghiale nel periodo 2015-2021 realizzata da Ispra grazie alle informazioni fornite dalle Regioni e dalle Aree protette e comunicata ai ministri dell’Ambiente e dell’Agricoltura, presentata oggi a Viterbo durante l’evento “Fauna selvatica e territori, conoscere per gestire” organizzato da Confagricoltura e Ente Produttori Selvaggina.

Le regioni piu’ colpite dai danni da cinghiale sono risultate Abruzzo e Piemonte con, rispettivamente, circa 18 e 17 milioni di euro nel periodo considerato. Altre tre regioni hanno fatto registrare oltre 10 milioni di euro di danni: Toscana, Campania e Lazio. Solo nella Provincia Autonoma di Bolzano non si rilevano danni all’agricoltura, in relazione alla distribuzione ancora molto limitata del cinghiale in questo contesto.

Il quadro di sintesi che emerge dall’indagine di Ispra descrive un generalizzato aumento degli indicatori (prelievi in caccia, prelievi in controllo danni) attualmente disponibili per monitorare l’andamento della gestione della specie. Questo costante aumento del fenomeno su scala nazionale – evidenzia l’Istituto – richiede l’adozione urgente di una strategia di intervento nazionale disegnata sulla base delle piu’ aggiornate conoscenze scientifiche, che integri interventi di prevenzione dei danni e di contenimento delle popolazioni, e che assicuri prelievi selettivi e pianificati coerentemente con l’obiettivo prioritario di riduzione dei danni.

Elemento chiave di una strategia di gestione del cinghiale e’ la creazione di un sistema omogeneo di raccolta dei dati a scala nazionale, che integri anche le informazioni relative agli interventi di prevenzione e agli incidenti stradali, e renda possibile monitorare l’andamento della gestione in tempo reale.