La Prima del “Boris Gudonov” alla Scala è stata anche una “prima” per Giorgia Meloni – askanews.it

La Prima del “Boris Gudonov” alla Scala è stata anche una “prima” per Giorgia Meloni

Milano, 7 dic. (askanews) – Accolta dal sindaco di Milano Giuseppe Sala e dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, Giorgia Meloni ha assistito alla tradizionale Prima del Teatro alla Scala di Milano insieme al compagno Andrea Giambruno, che e’ stata anche per lei una “prima” da presidente del Consiglio all’evento scaligero. “Sono curiosa, e’ la prima volta. Sara’ sicuramente una bella esperienza nuova”, ha detto detto la premier ai giornalisti al suo arrivo al teatro milanese, prima dell’inizio del “Boris Godunov” di Modest Musorgskij. E alla fine della rappresentazione ha commentato: “Un’opera avvincente e non era facile” Non era una prima volta, invece, per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnato dalla figlia Marta, accolto da cinque minuti di applausi e una standing ovation. Mattarella si e’ seduto in prima fila sul Palco Reale con a fianco la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, Meloni, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il sindaco di Milano Giuseppe Sala. Il pubblico e’ rimasto in piedi anche per l’Inno di Mameli e come tributo all’Europa l’inno alla gioia. Dopo gli inni, sono ripresi gli applausi in direzione del palco centrale. Si e’ dunque ripetuto anche questa sera l’ovazione degli spettatori che aveva accolto Mattarella alla prima di “Macbeth” l’anno scorso. Al termine della rappresentazione, il pubblico ha tributato al cast 13 minuti di applausi. Entusiasmo per tutti gli interpreti (a partire dal basso Ildar Abdrazakov nei panni del protagonista), il coro e Riccarco Chailly, che ha diretto questo dramma musicale popolare tratto da Aleksandr Puskin (ispirato ai grandi drammi storici shakespeariani) e che proprio il direttore ha voluto per la prima volta alla Scala nella versione originale del 1869. “Questa musica racconta una tragedia umana spaventosa e realmente accaduta e la musica e’ di un’altezza tale che ci sconvolge ogni volta che la eseguiamo: siamo tutti profondamente commossi da questa grandezza” ha Chailly. “Sono felice di aver concluso con Ildar Abdrazakov questo progetto di cui abbiamo parlato quando abbiamo iniziato a provare ‘Attila’ nel 2018, e la cosa bellissima e’ capire la grandezza dell’autore: nel 1869 scriveva un capolavoro troppo nuovo, troppo rivoluzionario nel linguaggio per essere capito allora, e gli ultimi minuti che avete sentito, la morte di Boris, non c’e’ che il silenzio” ha proseguito il direttore, aggiungendo: “Io dico che e’ un po’ come ‘Tristano e Isotta’ di Wagner, e’ musica che tocca dei vertici talmente alti che ha bisogno del silenzio”. In merito alle polemiche sulla scelta di un’opera russa, Chailly ha spiegato che “l’arte, sia nella parte creativa che in quella dell’esecuzione, e’ un’attivita’ indipendente da tutto: ha un suo percorso e rimane nel tempo. Questo capolavoro che avevano bistrattato quando era nato – ha concluso – adesso e’ una delle opere piu’ amate nel mondo. Non e’ solo un capolavoro, e’ patrimonio dell’umanita’”. Anche Meloni ha separato la questione politica sul ruolo della Russia, dopo che Mosca ha invaso l’Ucraina, dalla considerazione per la cultura russa: “Noi non ce l’abbiamo col popolo russo, con la storia russa, noi ce l’abbiamo con scelte di chi politicamente ha deciso di invadere una nazione sovrana. E’ una cosa diversa, secondo me e’ giusto mantenere le due dimensioni separate”. Mos
Dic 8, 2022

Successo per l’opera russa: 13 minuti d’applausi

Milano, 7 dic. (askanews) – Accolta dal sindaco di Milano Giuseppe Sala e dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, Giorgia Meloni ha assistito alla tradizionale Prima del Teatro alla Scala di Milano insieme al compagno Andrea Giambruno, che e’ stata anche per lei una “prima” da presidente del Consiglio all’evento scaligero.

“Sono curiosa, e’ la prima volta. Sara’ sicuramente una bella esperienza nuova”, ha detto detto la premier ai giornalisti al suo arrivo al teatro milanese, prima dell’inizio del “Boris Godunov” di Modest Musorgskij. E alla fine della rappresentazione ha commentato: “Un’opera avvincente e non era facile” Non era una prima volta, invece, per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnato dalla figlia Marta, accolto da cinque minuti di applausi e una standing ovation.

Mattarella si e’ seduto in prima fila sul Palco Reale con a fianco la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, Meloni, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il sindaco di Milano Giuseppe Sala.

Il pubblico e’ rimasto in piedi anche per l’Inno di Mameli e come tributo all’Europa l’inno alla gioia. Dopo gli inni, sono ripresi gli applausi in direzione del palco centrale. Si e’ dunque ripetuto anche questa sera l’ovazione degli spettatori che aveva accolto Mattarella alla prima di “Macbeth” l’anno scorso.

Al termine della rappresentazione, il pubblico ha tributato al cast 13 minuti di applausi. Entusiasmo per tutti gli interpreti (a partire dal basso Ildar Abdrazakov nei panni del protagonista), il coro e Riccarco Chailly, che ha diretto questo dramma musicale popolare tratto da Aleksandr Puskin (ispirato ai grandi drammi storici shakespeariani) e che proprio il direttore ha voluto per la prima volta alla Scala nella versione originale del 1869.

“Questa musica racconta una tragedia umana spaventosa e realmente accaduta e la musica e’ di un’altezza tale che ci sconvolge ogni volta che la eseguiamo: siamo tutti profondamente commossi da questa grandezza” ha Chailly. “Sono felice di aver concluso con Ildar Abdrazakov questo progetto di cui abbiamo parlato quando abbiamo iniziato a provare ‘Attila’ nel 2018, e la cosa bellissima e’ capire la grandezza dell’autore: nel 1869 scriveva un capolavoro troppo nuovo, troppo rivoluzionario nel linguaggio per essere capito allora, e gli ultimi minuti che avete sentito, la morte di Boris, non c’e’ che il silenzio” ha proseguito il direttore, aggiungendo: “Io dico che e’ un po’ come ‘Tristano e Isotta’ di Wagner, e’ musica che tocca dei vertici talmente alti che ha bisogno del silenzio”.

In merito alle polemiche sulla scelta di un’opera russa, Chailly ha spiegato che “l’arte, sia nella parte creativa che in quella dell’esecuzione, e’ un’attivita’ indipendente da tutto: ha un suo percorso e rimane nel tempo. Questo capolavoro che avevano bistrattato quando era nato – ha concluso – adesso e’ una delle opere piu’ amate nel mondo. Non e’ solo un capolavoro, e’ patrimonio dell’umanita’”.

Anche Meloni ha separato la questione politica sul ruolo della Russia, dopo che Mosca ha invaso l’Ucraina, dalla considerazione per la cultura russa: “Noi non ce l’abbiamo col popolo russo, con la storia russa, noi ce l’abbiamo con scelte di chi politicamente ha deciso di invadere una nazione sovrana. E’ una cosa diversa, secondo me e’ giusto mantenere le due dimensioni separate”.

Mos