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HRW denuncia:la Cina preleva il Dna dei cittadini del Tibet

Roma, 5 set. (askanews) – Le autorità della Cina stanno stringendo la tenaglia del controllo sul Tibet, anche attraverso attività come l’arbitraria raccolta di campioni del Dna dei residenti in diverse località della Regione autonoma. Lo ha denunciato oggi l’organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch.

Secondo l’Ong, la polizia cinese effettua raccolte di Dna senza che vi sia alcuna necessità per indagini legate a casi criminali e senza che la popolazione possa opporsi alla consegna.


In particolare, secondo notizie arrivate a HRW da Lhasa ad aprile 2022, campioni di sangue sono stati sistematicamente rtaccolti tra i bambini presso gli asili infantili, oltre che presso altri residenti.

Invece un’alrtra informazione proveniente dalla provincia di Qinghai afferma che a dicembre 2020 il Dna è stato raccolto da tutti i bambini e ragazzi dai cinque anni in su.


“Il governo cinese sta già soggiogando i tibetani con una pervasiva repressione”, ha dichiarato Sophie Richardson, direttrice per la Cina di HRW. “Ora le autorità – ha continuato – stanno letteralmente prendendo il sangue senza consenso per rafforzare le loro capacità di sorveglianza”.

Le raccolte di campioni di Dna stanno avendo luogo – secondo la Ong – in tutte e sette le prefetture e municipalità che compongono la Regione autonoma del Tibet. Si collocano all’interno degli sforzi di Pechino di stabilire una presenza efficace di polizia nella regione.


HRW sostiene che non c’è alcuna prova che le persone possano rifiutare di prendere parte alla raccolta né che la polizia abbia alcuna prova di condotta criminale tale da portare a tali operazioni.

Secondo documenti di appalto che l’Ong cita, a luglio 2019 la Regione autonoma del Tibet ha lanciato una gara per la costruzione di un database regionale del Dna. E a novembre dello stesso anno la polizia di Nyingtri ha annunciato la costituzione a livello di prefettura di un database del Dna.

Il comune di Chamdo, dal canto suo, ha descritto le racoclte di Dna come uno sturmento per “migliorare l’efficienza delle verifiche e contribuire alla caccia ai latitanti”. E anche in altri documenti si afferma che la raccolta è necessaria per “rilevare attività illegali e reprimere gli elementi criminali”.

Secondo ricercatori esterni alla Cina, la raccolta di Dna in Tibet è già in corso dal 2013, quando fu lanciato un programma Salute per tutti. E nel 2017, sempre secondo HRW, era in corso una massiccia raccolta di Dna nella provincia autonoma di Xinjiang, abitata da una numerosa minoranza uiguro-musulmana, per raccogliere dati genetici dei residenti tra i 12 e i 65 anni.

La Polizia cinese in altre aree del paese sta realizzando raccolte di Dna già dal 2010, ma le notizie ottenute da HRW segnalano che in genere sono limitate a settori della popolazione considerati problematici come migranti, ex detenuti, sospettattati di crimini.

Mos/Int13