askanews" /> askanews" /> Kirchner illesa in attentato. Ecco i piu' famosi attacchi a politici – askanews.it

Kirchner illesa in attentato. Ecco i piu' famosi attacchi a politici

Roma, 2 set. (askanews) – Nella dinamica ha ricordato molto, moltissimo, il fallito attentato a Sofia contro Ahmed Dogan, leader del Movimento per diritti e libertà (Dps, destra liberale), partito della minoranza turca in Bulgaria. Cristina Fernandez de Kirchner, attuale vice presidente dell’Argentina e alla guida del Paese sudamericano dal 2007 al 2015, è miracolosamente scampata nella notte a un attacco all’esterno della sua abitazione a Buenos Aires. Un cittadino brasiliano di 35 anni, poi arrestato, le ha puntato contro una pistola, ma l’arma si è inceppata e non ha sparato.

Stesso scenario nove anni fa, il 19 gennaio 2013, alla conferenza annuale della Dps, quando Dogan stava pronunciando il suo discorso davanti ai delegati: un uomo con precedenti penali, il 25enne Oktay Enimehmedov di etnia turca, salì sul podio e gli puntò contro un’arma, che però non sparò. Delegati e guardie del riuscirono a intervenire e fermare l’aggressore, immobilizzato e picchiato: Dogan rimase illeso.


Meno di due mesi fa, l’8 luglio, l’ex premier giapponese Shinzo Abe – alla guida del governo di Tokyo tra il 2006 e il 2007 e tra il 2012 e il 2020 – è morto dopo essere stato raggiunto da colpi di arma da fuoco durante un comizio elettorale a Nara, Giappone centrale. Nel Paese nipponico nel 1992 un estremista di destra sparò a Kamemaru Shin, all’epoca vicepresidente del Partito democratico, ma non riuscì a colpirlo. Nel 1994 il premier Hosokawa Morihiro scampò a un attentato degli estremisti di destra, che gli spararono senza riuscire a colpirlo. Il sindaco della città di Nagasaki, Iccho Ito, fu invece assassinato nel 2007 durante un’azione organizzata da una banda criminale.

Il più “simbolico” attentato contro un politico è probabilmente quello del 22 novembre 1963 e sconvolse l’America. A Dallas fu ucciso il 35esimo presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, che a bordo della limousine presidenziale fu centrato alla testa da un colpo di fucile. A sparare fu un ex marine, Lee Harvey Oswald, in seguito ucciso.


Appena cinque anni dopo, anche il senatore Robert Kennedy – fratello di John – fu ucciso a colpi di arma da fuoco. All’Hotel Ambassador di Los Angeles, dove aveva organizzato un incontro con i suoi sostenitori, fu ucciso da Sirhan Sirhan, criminale di origine palestinese, mentre era diretto verso la cucina.

Di recente in Italia – il 13 dicembre 2009 per la precisione – Silvio Berlusconi, all’epoca presidente del Consiglio, fu colpito al volto da una statuetta della Madonnina al termine di un comizio in piazza del Duomo, a Milano. Ad aggredire il Cavaliere, le cui immagini avvolto dal sangue fanno il giro del mondo, è Massimo Tartaglia, che sarà giudicato incapace di intendere e di volere.


Nel 2021 il deputato conservatore inglese Sir David Amess fu accoltellato nella Belfairs Methodist Church di Leigh-on-Sea quando da un 25enne, già noto all’antiterrorismo: le lesioni non gli danno scampo. Cinque anni prima, il 16 giugno 2016, fu la deputata laburista britannica Jo Cox a essere uccisa da tre colpi di arma da fuoco che le sparò un simpatizzante neonazista.

Parecchi anni prima, il 14 maggio 2010, il deputato laburista Stephen Timms fu assassinato nel quartiere di Beckton, East London, durante un incontro con i residenti: fatali le ferite inferte con un coltello da un islamista radicale di 21 anni, che lo raggiunse due volte allo stomaco. Timms, la versione, fu preso di mira per il suo supporto alla guerra in Iraq.

Il 27 dicembre 2007 il Pakistan è sconvolto dalla morte di Benazir Bhutto, prima e unica donna a diventare primo ministro della nazione. Appena concluso l’ultimo comizio elettorale del Partito Popolare Pakistano, a due settimane dalle elezioni politiche, fu centrata da due colpi di arma da fuoco – e dalla successiva esplosione di un kamikaze – mentre era a bordo di una jeep bianca e salutava le decine di migliaia di sostenitori sporgendosi dal tettuccio.

Il 4 novembre 1995 il premier israeliano Yitzhak Rabin fu assassinato a Tel Aviv da un giovane nazionalista religioso, Yigal Amir, contrario al processo di pace.

L’11 settembre 2003 la pacifica Svezia fu lasciata attonita dall’omicidio di Anna Lindh, amatissima ministro degli Esteri: fu accoltellata il giorno precedente da uno sconosciuto e le lesioni al fegato, al petto e all’addome furono fatali alla donna, 46 anni e madre di due figli. Uno dei casi più noti in Svezia, però, resta quello dell’omicidio del premier socialdemocratico Olof Palme: ucciso venerdì 28 febbraio 1986 in Sveavägen, una delle arterie principali di Stoccolma, a tarda sera dopo il cinema. Il caso è stato chiuso, tra molti scetticismi, 34 anni dopo.

Il 7 settembre 2018 in Brasile Jair Bolsonaro, il candidato di estrema destra alle elezioni in Brasile, fu accoltellato mentre partecipava a una manifestazione elettorale a Juiz de Fora, nello stato di Minas Gerais. Bolsonaro, colpito al fegato, fu ricoverato in gravi condizioni ma riuscì a salvarsi; l’attentatore fu arrestato.