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Donne e scommesse: in Italia un binomio sempre piu' vincente

Roma, 2 set. (askanews) – Le scommesse sportive piacciono sempre di più, a sorpresa, anche alle donne e spesso sono anche più brave degli uomini. Da sempre una delle attività più remunerative per le casse dello Stato, nel nostro Paese il mercato delle scommesse ha avuto un impatto sul PIL dello 0,35% nell’anno 2021 e un giro d’affari di ben 106,8 miliardi di euro (dato reso noto dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) per il 2019. In Italia, insomma, si scommette sempre di più e gli ultimi dati parlano chiaro: nel solo mese di luglio il mercato ha chiuso con una spesa di circa 126 milioni di euro, in crescita del 2,8% rispetto ai 122,5 milioni spesi a giugno scorso. Un fenomeno, quello delle scommesse, da sempre giudicato maschile ma che in realtà si sta tingendo, negli ultimi anni, sempre più di rosa, complice anche la pandemia da Covid 19.

“L’arrivo delle donne nel mondo delle scommesse dopo gli uomini- spiega Domenico Nardiello psicologo e psicoterapeuta – è semplicemente lo specchio di una incarnata discriminazione sessuale, come lo è stato per il voto, la guida dell’automobile e molte categorie di attività lavorativa”. Ciò non vuol che si tratti di una novità. Se guardiamo la storia non è affatto breve l’elenco delle grandi giocatrici del passato: dalla la contessa dei Romanov, Natalia Golitsyna, che per un periodo fu ospitata a corte dalla Regina Maria Antonietta proprio per giocare a Kitty Leroy, che teneva testa ai giocatori di poker del Far West fino ad arrivare ai nostri giorni con Denise Coates che da semplice cassiera è diventata la regina del mondo delle scommesse e guadagna fino a 1 milione di euro al giorno.


Ma chi sono le donne che scommettono? Una recente ricerca condotta dall’Osservatorio dei Giochi, promosso dalla School of Management, dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e da Sogei, su un campione di mille persone tra i 25 e i 65 anni, registrate presso un sito online di scommesse, ha messo in luce che il 49% è donna, per la maggior parte fino a 45 anni. Come per molti altri fenomeni, anche in questo caso molte donne hanno cominciato a scommettere a seguito delle difficoltà economiche sopraggiunte durante la pandemia, per aiutare economicamente i propri mariti. Il biennio 2019-2021 è stato caratterizzato, infatti, dalla ricerca da parte delle famiglie italiane, donne particolarmente, di attività economiche alternative da svolgere da casa per far fronte alla situazione di precarietà causata dalla pandemia. Con i lockdown il gioco si è ramificato online e l’offerta sulla rete ha portato tante donne a giocare con più facilità. Tra le tante attività online intraprese per far fronte alle difficoltà di ogni giorno emerge, tra gli altri, un altro dato interessante: molte donne hanno scelto il Trading Sportivo. Si tratta di una particolare forma di “scommesse” abilitata in alcuni bookmaker e totalmente legale in Italia, dove si ha la possibilità di far profitto prima dell’inizio di un evento sportivo o di chiudere le operazioni a evento iniziato, senza dover aspettare la fine dello stesso. La società di formazione di Trading Sportivo I’M TRADER ha condotto una ricerca analizzando i dati delle persone all’interno del proprio database, quasi 5mila persone dal 2020 a oggi, rilevando un incremento del 78% di donne interessate a intraprendere un percorso nel campo del Trading Sportivo rispetto agli anni precedenti.

Filippo Accorinti, Ceo di I’M TRADER: “Penso innanzitutto che la voglia di riscatto e la maggior resilienza da parte delle donne abbia aiutato molto – spiega – le donne hanno un’impostazione più disciplinata rispetto agli uomini, e anche il fatto di non farsi influenzare dal tifo e dalla sindrome dell’allenatore mancato, che il 90% degli uomini possiede, incrementano le possibilità di successo delle donne in questo campo. Una scommettitrice su 3 è, infatti, una casalinga e approfitta dei momenti ‘vuoti’ della giornata per collegarsi tramite smartphone, prevalentemente, ma anche da pc. Un altro elemento interessante – prosegue Accorinti – tra quelli che caratterizzano il profilo della scommettitrice femminile è relativo al loro modo di scommettere. Se l’uomo è più impulsivo, la donna sembra essere più razionale nell’approccio alle scommesse. E questa razionalità sembra premiare, dato che, nel campione, il 59% delle vincite è ottenuto proprio dalle donne”.


Come in ogni campo, quindi, anche in quello delle “scommesse” le donne iniziano a rivendicare il loro posto dimostrando, dunque, di non avere nulla da invidiare agli uomini. A tal proposito Accorinti sostiene che “questo fatto è dovuto alla capacità di autodisciplinarsi e di non interpretare le istruzioni, ma di seguirle alla lettera. Caratteristica fondamentale per avere successo in questo settore”. Ma la ricerca condotta da parte di I’M TRADER rivela anche un incremento del 37% di uomini che iniziano percorsi formativi in questo campo, il che evidenzia come sia stato proprio il periodo pandemico e post pandemico il fattore scatenante di questo aumento. Ma che si tratti di donne o di uomini, il consiglio è sempre quello di scommettere consapevolmente. Il riferimento è naturalmente al problema della ludopatia, ovvero alla tendenza da parte dei giocatori a comportamenti tali da provocare danni non solo alle proprie finanze, ma anche alla vita sociale. “Purtroppo l’aspetto drammatico è proprio la dipendenza – ammonisce lo psicologo Nardiello -Per una donna che vince consapevolmente e in modo controllato, centinaia di altre possono sviluppare una dipendenza patologica. E le dipendenze sono tra le più toste patologie di questa epoca. Spesso anche dopo un percorso psicoterapeutico, la tipologia di dipendenza viene solo spostata.”

In Italia, in effetti, sarebbero più di un milione coloro che scommettono in maniera compulsiva. Di loro, però, soltanto 12mila sono sottoposti a cure tese al loro recupero. Di fronte a questo fenomeno il governo italiano ha optato per il divieto di pubblicità del settore. Obbligando i siti di betting ad aderire ai principi del gioco responsabile. “Il trading sportivo – conclude Accorinti – nasce anche dalla necessità di contrastare il fenomeno sociale della ludopatia nell’ambito delle scommesse sportive e le centinaia di sciacalli che guadagnano sulle perdite dei loro seguaci”.