askanews" /> askanews" /> Rushdie in convalescenza, il figlio: mantiene senso umorismo – askanews.it

Rushdie in convalescenza, il figlio: mantiene senso umorismo

Milano, 14 ago. (askanews) – Salman Rushdie è in grado di parlare, hanno detto suo figlio e il suo agente, due giorni dopo che lo scrittore è stato pugnalato più volte da un americano di origine libanese durante una conferenza nel nord degli Stati Uniti. Suo figlio Zafar Rushdie ha confermato su Twitter che suo padre “ha avuto modo di dire qualche parola” sabato e che “ha mantenuto intatto il suo senso dell’umorismo”.

“Sebbene le sue ferite che gli cambiano la vita siano gravi, il suo solito senso dell’umorismo rimane intatto, è esuberante e provocatorio. Siamo così grati a tutto il suo pubblico, che coraggiosamente si sono lanciati in sua difesa e hanno prestato il primo soccorso insieme alla polizia e ai medici che si sono presi cura di lui e del effusione di amore e sostegno da tutto il mondo. Chiediamo pazienza e privacy continue mentre la famiglia si riunisce al capezzale per sostenerlo e aiutarlo in questo momento” ha scritto Zafar.


A 75 anni, è “sulla strada della guarigione”, ha detto l’agente Andrew Wylie in una dichiarazione inviata al Washington Post.

“Le ferite sono gravi, ma le sue condizioni si stanno muovendo nella giusta direzione”, ha aggiunto il figlio dell’autore di “Versetti satanici” accoltellato venerdì una dozzina di volte al collo e all’addome, durante una conferenza letteraria al Centro Culturale Chautauqua (Stato di New York).


La famiglia Rushdie si è detta “estremamente sollevata”.

Rushdie è ricoverato in ospedale da venerdì a Erie, in Pennsylvania, sulla sponda del lago che separa gli Stati Uniti dal Canada. Nato nel 1947 in India da una famiglia di intellettuali musulmani non praticanti, lo scrittore aveva incendiato parte del mondo islamico con la pubblicazione dei “Versetti satanici”, giudicati blasfemi dai musulmani più rigorosi nei confronti del Corano e del profeta Maometto, e portando l’ayatollah iraniano Khomeini a emettere una “fatwa” chiedendo il suo assassinio.


La “fatwa” non è mai stata revocata e anche alcuni dei suoi traduttori ed editori sono stati interessati da attacchi o addirittura uccisi, come il giapponese Hitoshi Igarashi, ammazzato a coltellate nel 1991.

Il presidente Usa Joe Biden ha condannato l’attacco “brutale”. “La sua battaglia è nostra, universale”, ha detto il presidente Emmanuel Macron, mentre sabato il primo ministro canadese Justin Trudeau ha denunciato un “attacco codardo”. Il capo del governo israeliano Yair Lapid ha intanto assicurato che questo attacco è “il risultato di decenni di istigazione all’omicidio da parte del regime estremista iraniano”.