La fine di al Baghdadi, Trump: è morto da codardo – askanews.it

La fine di al Baghdadi, Trump: è morto da codardo

Ott 27, 2019
Roma, 27 ott. (askanews) – Abu Bakr al Baghdadi non c’è più. E’ morto “come un cane, come un codardo”, mentre si rintanava in una “galleria” della Siria settentrionale, facendosi saltare in aria con un giubbotto esplosivo e uccidendo così anche tre bambini, mentre i corpi speciali americani facevano irruzione nel suo covo. Questa la ricostruzione data oggi dal presidente Usa Donald Trump in una lunga conferenza stampa nella quale ha confermato il decesso del “Califfo”.

Trump ha iniziato in maniera solenne il suo intervento col quale, ore dopo le prime rivelazioni che davano già per certa la morte del numero uno dell’Isis. “Il terrorista numero uno al mondo, Abu Bakr al Baghdadi è morto”, ha detto il capo della Casa bianca. “Era un uomo cattivo e violento ed è morto in maniera cattiva e violenta”, ha affermato il presidente. “E’ morto come un codardo, piangendo e urlando”.

Era da diverse ore che si susseguivano notizie e rivelazioni, a cui mancava solo il suggello dell’ufficialità. E lo stesso Trump, su Twitter, aveva scritto di una “grande cosa” che era avvenuta. Praticamente, una conferma implicita.

Trump ha affermato di aver visto tutte le fasi dell’operazione su video dalla Casa bianca. Un’operazione, a suo dire, “impeccabile”, in cui ci sono stati diversi morti tra i militanti Isis che si trovavano nel compound e nessuno tra i soldati americani, “i migliori guerrieri al mondo”, che lamentano solo il ferimento di “un cane”, ha precisato il presidente.

Il numero di persone uccise nel raid non è stato al momento comunicato dal presidente americano. Tra i morti, però ci sono tre bambini. Al Baghdadi, infatti, vistosi perduto, negli ultimi momenti di vita ha attivato il suo giubbotto esplosivo, uccidendo anche i tre bambini che erano con lui. “Non sappiamo se fossero i suoi figli”, ha detto Trump.

La morte dei tre piccoli, nella ricostruzione del presidente, va attribuita tutta allo stesso al Baghdadi: “Sapeva che quella galleria non aveva uscite, non era il posto migliore per nascondersi”. E, nello stesso frangente, sono morte anche due donne. Anche loro – Trump non ha detto se fossero mogli di al Baghdadi – avevano indosso giubbotti esplosivi, ma non li hanno attivati direttamente. Sono però poi esplosi in seguito allo scoppio di quella del “Califfo”, rendendo così difficile il riconoscimento.

Con l’autodeflagrazione di al Baghdadi, la galleria in cui si era rintanato è crollata, secondo Trump. Per questo motivo, i soldati americani hanno dovuto scavare per riuscire a recuperare parti del corpo del Califfo, onde avere elementi per effettuare il riconoscimento. “Il test del Dna è stato effettuato sul luogo, perché dovevamo sapere subito se si trattasse di lui”, ha detto Trump.

Il Commander-in-chief americano ha anche rivelato che da tre anni continuava a ripetere di volere la cattura di al Baghdadi, ma solo “da un paio di settimane” erano riusciti a mettere in maniera decisiva il Califfo sotto sorveglianza.

Il raid americano aveva elementi forti di pericolo sono solo per la parte di terra, ma anche per il trasferimento dalla base Usa di partenza al compound. Per questo motivo, ha spiegato Trump, tutte le forze in campo sono state avvertite e il presidente le ha ringraziate. La Russia, ha detto, “ha aperto le sue basi” e qualche elicottero vi è anche atterrato. Questo non vuol dire che fosse informata dell’obiettivo dell’operazione. “Se glielo avessimo detto sarebbero stati contenti, ma non l’abbiamo fatto”, ha chiarito Trump, precisando che il riserbo è stato dovuto alla necessità di tutelare la sicurezza delle forze americane impegnate.

Oltre ai russi, Trump ha ringraziato i curdo-siriani, che hanno molto aiutato nella raccolta delle informazioni. Ha tuttavia chiarito che non intende tornare sulla decisione di ritirare le forze americane dall’area: “Non voglio tenere per sempre le nostre forze lì”. Inoltre ha ringraziato la Turchia, avvertita del sorvolo in maniera che non vi fossero incidenti, la Siria e l’Iraq. Ha anche detto che ci sono stati spari contro i mezzi americani, ma si è trattato di casi isolati.

Invece, non ha avuto parole tenere nei confronti degli alleati europei, i quali a suo dire “sono stati una delusione” nella lotta contro l’Isis.

Al Baghdadi era “un uomo malato e depravato e ora che è morto il mondo è più sicuro”, si è compiaciuto il presidente americano. “La notte scorsa – ha proseguito – è stata una grande notte per gli Stati uniti e per il mondo”. Tuttavia – ha ammonito – gli Usa sono consapevoli che la fine di al Baghdadi non è la fine dell’Isis. “Sappiamo che stava lavorando alla ricostruzione dell’Isis, e si trovava in quella zona proprio per questo lavoro”, ha spiegato il presidente americano, rivelando che gli Usa già sanno chi è il successore del Califfo.