Roma, 3 feb. (askanews) – La frequenza dei voli degli astronauti dell’Esa dipenderà dalla piega che prenderà la politica spaziale americana. A sottolinearlo il direttore generale dell’Agenzia spaziale europea, Johann-Dietrich Woerner, nel corso dell’audizione svolta martedì sera in commissione Attività produttive della Camera nell’ambito dell’esame della Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni: Strategia spaziale per l’Europa.
A sollevare il tema degli astronauti, in particolare italiani, e del numero di voli “abbastanza ridotto, rispetto alla situazione generale e anche ai criteri di importanza budgetaria del contributo italiano” in Esa è stato il deputato del Pd Gianluca Benamati, relatore in commissione del documento europeo. Woerner ha ricordato che quest’anno volerà Paolo Nespoli, nel 2018 Luca Parmitano e che all’ultima ministeriale di Lucerna è stato deciso il prolungamento dell’attività della Stazione spaziale internazionale fino al 2024 “garantendo a tutti i membri del corpo astronauti della classe 2009 la possibilità di volare”, quindi “anche Samantha Cristoforetti sarà invitata a fare un altro volo, dipenderà dal bambino”.
“Noi – ha ricordato Woerner – non paghiamo direttamente i voli, operiamo sotto l’ombrello della Nasa, paghiamo con un sistema di baratto: noi sviluppiamo un modulo di servizio apposito per il nuovo sistema di lanciatori americani e otteniamo l’equivalente dei costi per i voli degli astronauti. Adesso con la nuova amministrazione americana, la domanda è: che succede se il nuovo presidente decide di non costruire il nuovo sistema di lanciatori? I contratti li abbiamo già, ma – ha sottolineato il dg di Esa – se il presidente blocca tutto si crea veramente un gran caos. Stiamo cercando di rimanere in contatto con la Nasa. Abbiamo avuto qualche giorno fa una teleconferenza con il responsabile dei voli con equipaggio che ci ha rassicurati”. Ma, ha concluso, “è una situazione difficile”.
Nel suo intervento, Woerner ha parlato anche di ExoMars (programma che coinvolge in modo forte l’Italia) sottolineando che a Lucerna “per ExoMars abbiamo infranto la barriera tra programmi obbligatori e programmi opzionali, così ora tutti gli Stati membri di Esa, anche quelli che non partecipano direttamente a ExoMars, finanziano questo programma. Senza solidarietà l’Europa è persa”. Di sinergia Woerner ha parlato poi affrontando il tema dei lanciatori europei e, in particolare, del Vega che Benamati ha ricordato essere una priorità per l’Italia. “Come dg di Esa – ha detto Woerner – quando parlo di Vega C devo anche parlare subito di Ariane 62 e Ariane 64. Questa è la bellezza del programma dei lanciatori, perché Vega C diventerà meno costoso grazie a A62 e 64, perché i booster saranno gli stessi del propulsore principale di Vega. L’effetto sinergico è importante, altrimenti distruggeremmo l’idea dell’Europa”.
Quanto all’Esrin di Frascati, il centro per l’Osservazione della Terra dell’Esa, di cui Benamati sollecitava una valorizzazione, Woerner ha detto che il direttore del Centro Josef Aschbacher insieme con il presidente dell’Asi Roberto Battiston “stanno lavorando per dare una maggiore visibilità”. “Esa – ha sottolineato – non è la sommatoria di agenzie nazionali ma è un’agenzia europea. Con il nostro metodo dell’equo ritorno noi garantiamo la tutela degli interessi nazionali in linea generale”. Per l’Osservazione della Terra l’Italia – ha ricordato Benamato – ha investito 140 milioni di euro su un totale di 1.370 milioni anche per supportare i relativi programmi e l’Esrin. L’investimento britannico – ha replicato Woerner – è stato di 250 milioni, come quello della Germania, “non posso limitarmi a soddisfare le esigenze dell’Italia ma devo simultaneamente soddisfare tutte le esigenze”.