Roma, 11 gen. (askanews) – “Strategia spaziale per l’Europa”. Questo il titolo della Comunicazione in cui la Commissione europea lo scorso ottobre ha delineato i programmi su cui intende puntare per mantenere un ruolo da protagonista, una strategia ambiziosa che vuole fare dell’Ue un player globale. Il documento è attualmente all’esame del nostro Parlamento, con la commissione Attività produttive della Camera che ne ha iniziato la trattazione a inizio dicembre con l’illustrazione del relatore Gianluca Benamati del Pd e che domani ascolterà in audizione il presidente dell’Agenzia spaziale italiana Roberto Battiston, convinto sostenitore della necessità di dare impulso alla Space Economy, che porterà grandi benefici all’economia e ai cittadini.
Lo spazio d’altronde permea sempre di più la terra. Gli investimenti nelle missioni spaziali, nelle tecnologie per realizzarle e nei servizi che sfruttano i dati che ne derivano sono in costante aumento, a testimonianza del crescente interesse non solo per i risvolti scientifici delle attività spaziali ma anche per quelli pratici che investono la sicurezza, la difesa, l’ambiente, le telecomunicazioni e ambiti che si vanno appena ora delineando (un esempio, il possibile utilizzo del sistema di navigazione satellitare Galileo per le automobili autonome e connesse). Investimenti che, a livello internazionale, si aggirano intorno ai 60 miliardi di euro – e parliamo solo di risorse pubbliche – per metà dagli Stati Uniti, circa 10 miliardi dall’Europa e il resto da potenze vecchie e nuove che vogliono giocare un ruolo nel mercato.
L’interesse dell’Europa per lo spazio è cresciuto negli anni (nel Trattato di Lisbona c’è un articolo specifico che prevede l’elaborazione di una politica spaziale europea) di pari passo con gli investimenti, 12 miliardi di euro nel periodo 2014-2020, e con il ruolo sempre più incisivo dell’Esa impegnata in programmi e progetti che la vedono al fianco delle principali agenzie spaziali del mondo come Nasa, Roscosmos, Jaxa. Su questa scia a ottobre la Commissione europea ha lanciato una “Strategia spaziale per l’Europa”. La Commissione punta in alto, ha ambizioni da player globale ma sconta – come ha rilevato nella sua relazione Benamati – un limite nella indisponibilità di risorse sufficienti ad assicurare all’industria europea margini di crescita comparabili a quelli di Stati Uniti e, in prospettiva, di Russia e Cina. Per questo la Commissione prefigura la possibilità di avviare un dialogo con la Banca europea per gli investimenti (BEI) e con il Fondo europeo per gli investimenti (FEI) per sostenere il settore.
Dare continuità ai programmi europei come Galileo, Egnos e Copernicus vuol dire dare ai privati quelle certezze di cui hanno bisogno per credere e quindi investire nelle soluzioni spaziali. E la Commissione nel documento conferma il proprio impegno per la stabilità dei suoi programmi di punta: Copernicus per l’osservazione della Terra (con l’obiettivo di un utilizzo più diffuso e sistematico dei dati), il sistema di navigazione satellitare dell’Ue Galileo (per il quale si prefigura l’impiego nel settore della telefonia, delle infrastrutture critiche e dell’aviazione) e Egnos, il servizio europeo di copertura per la navigazione geostazionaria che accresce i segnali GPS in Europa, di cui viene preannunciata la terza generazione. In generale, la Commissione punta a integrare lo spazio nelle strategie future riguardanti, per esempio, automobili autonome e connesse, ferrovie, trasporti aerei e aerei senza pilota (UAV). “Nei prossimi 10-15 anni – si legge nel documento – l’Ue prevede di lanciare oltre 30 satelliti nell’ambito dei programmi Galileo e Copernicus, in particolare nella classe dei futuri lanciatori di costruzione europea come Ariane 6 e Vega C, diventando quindi il principale cliente istituzionale europeo. La Commissione intende pertanto aggregare le esigenze in termini di servizi di lancio dei programmi dell’Ue e agire come un cliente ‘intelligente’ che ricorre a soluzioni di lancio europee affidabili ed economicamente valide”.
“Il potenziale dello spazio per l’Europa e per il mondo – conclude la Commissione – è enorme. L’Europa si trova ad affrontare enormi sfide globali che richiedono risposte globali. L’Europa deve contribuire a tale responsabilità collettiva. Nessuno Stato membro può farlo da solo. L’Ue, unitamente agli Stati membri e all’Esa, deve agire come parte interessata a livello mondiale per promuovere e tutelare l’utilizzo dello spazio per le generazioni future. L’UE non può permettersi di accumulare ritardi in questo settore. Deve restare ai primi posti, basandosi sulle competenze e sulle capacità europee, capitalizzando sui suoi investimenti e anticipando le opportunità future”.